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Debito, sceneggiata di Obama Sugli Usa la minaccia Moody's

Trattative democratici-repubblicani, il presidente litiga con Cantor e se ne va. L'agenzia di rating preoccupata: "Rischio default"

Costanza Signorelli
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"Quel che è troppo è troppo" con questa frase il presidente Barack Obama si è alzato e ha lasciato la sala, dove si stavano svolgendo i negoziati tra repubblicani e democratici sull'aumento del tetto del debito pubblico. Obama ha fissato il tetto a 4mila miliardi di dollari, i repubblicani non sono disposti a salire oltre 2.400 miliardi, da dividere in tre tranche. Man mano che si avvicina inesorabile la data del 2 agosto, entro cui il Congresso deve votare per evitare il default statunitense, le trattative diventano più aspre. Da domenica 10 luglio le riunioni che si tengono quotidianamente alla Camera non hanno ancora prodotto alcun risultato. Obama se ne va innervosito - A far spazientire il presidente nell'incontro di mercoledì 14 luglio sarebbero state le ripetute insistenze del leader della maggioranza repubblicana alla Camera, Eric Cantor, sul fatto che sia possibile solo un accordo al ribasso, a breve termine e soprattutto per una cifra inferiore rispetto ai 4mila miliardi di dollari che vorrebbe Obama. Il presidente Usa, per parte sua, auspica invece di accompagnare queste misure con l'innalzamento delle tasse per i più ricchi, ma incontra sul punto una ferma opposizione degli avversari che rifiutano qualsiasi aumento senza corrispettivi tagli alla spesa. Obama però non cede e, durante la riunione di mercoledì, ha chiaramente lasciato intendere a Cantor che dovrà accettare un aumento delle tasse o in alternativa rinunciare alla sua domanda di tagli. Questo ha creato un evidente contrasto tra i due e l'interruzione del meeting da parte di Obama. E' stato lo stesso Cantor a raccontare la reazione di Obama: "Si è alzato e ha detto che era stato lì abbastanza. Che nessun altro presidente, neppure Ronald Reagan avrebbe fatto altrettanto". La minaccia di Moody's  - Mentre repubblicani e democratici litigano, l'agenzia di rating Moody's ha reso noto mercoledì 13 luglio, dopo la chiusura dei mercati americani, di aver messo sotto osservazione il rating degli Usa perché "esiste un piccolo ma crescente rischio che il governo vada in default. La Casa Bianca e il Congresso - ha aggiunto -  stanno per terminare il tempo a disposizione per alzare il limite del debito di 14,3 trilioni di dollari ed evitare il peggio". Moody's è la prima delle tre grandi agenzie di rating (le altre sono Fitch e Standard&Poor's) a mettere sotto revisione il rating sul debito sovrano Usa, indicando la possibilità che venga tagliato.

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