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La proposta: sud non ce la fa? Allora federalismo solo al nord

Per il Fmi il decentramento amministrativo e fiscale totale è prioritario: "Meglio iniziare a spingere sulle Regioni virtuose" / Sunseri

Andrea Tempestini
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Il Fmi sposa le tesi della Lega? Come negarlo dopo la conclusione, per molti versi clamorosi cui arrivano gli esperti di Washington. Propongono, infatti, un federalismo a due velocità: totale per il Nord. Condizionato per il Sud. Si tratta naturalmente di vedere l'articolazione di questa diversità. Per la Padania la liberazione dalla zavorra oppure la moltiplicazione dei vincoli. La missione degli esperti su questo punto lascia aperta ogni soluzione. Un po' come tutta l'analisi compiuta dai tecnici di Washington. Si tratta di un documento a “luci e ombre”. Si plaude ai risultati ottenuti sui conti pubblici nel 2010, ma restano i dubbi sul pareggio di bilancio nel 2014. Un paragrafo, certamente il più nuovo, è dedicato al federalismo. Il Fondo lo osserva con apprensione e speranza. Apprensione perché teme un allentamento del controllo dei conti pubblici e un aumento della pressione fiscale. Speranza in quanto l'attribuzione a Regioni e comuni di maggiore autonomia tributaria dovrebbe favorire l'efficienza della spesa pubblica e la responsabilizzazione degli amministratori. Ma, dice il Fondo, per realizzare questo obiettivo «alle amministrazioni locali deve essere consentito di sottoporre a tassazione tutti gli immobili». Tradotto in linguaggio più diretto: bisogna reintrodurre qualche forma di tassazione sulle prime case in termini patrimoniali (l'Ici) e reddituali (l'Irpef). Il Fondo indica nelle profonde disparità territoriali tra Nord e Sud uno dei più stringenti nodi strutturali che impediscono la crescita. Gli altri sono: l'inefficienza della pubblica amministrazione, il cuneo fiscale troppo gravoso, l'eccesso di regolazione pubblica, la struttura produttiva troppo squilibrata sulle produzioni a basso valore aggiunto, eccetera. «Siamo abbastanza preoccupati» per la situazione nel Sud dell'Italia e per il divario con il Nord del Paese, ha sottolineato il capo della missione del Fmi in Italia Antonio Borges, durante una conferenza stampa congiunta con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti. «Qualunque sforzo dell'Italia per rilanciare il Mezzogiorno è benvenuto, si tratta di una sfida importante». Da qui il consiglio di fare un federalismo a due velocità. Il nord che cammina con le proprie gambe mentre il sud resterebbe ancora sotto la tutela di Roma. Ovviamente sarebbe una scelta giocata tutta in difesa. Il nord potrebbe cogliere le migliori occasioni. Il sud, invece dovrebbe ancora trovare la propria strada. Ma probabilmente comincerebbe a pesare meno sulle casse pubbliche. di Nino Sunseri

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