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Rinvio a giudizio per Romano "Un cortocircuito giudiziario"

La Procura di Palermo ha depositato la richiesta: deciderà il Gup. Dura replica del ministro: "Scandaloso. Non mi dimetto"

Costanza Signorelli
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La Procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti del ministro dell'Agricoltura, Saverio Romano, imputato di concorso in associazione mafiosa. Il provvedimento, firmato dal procuratore aggiunto Ignazio De Francisci e dal sostituto Nino Di Matteo, è pronto per essere inviato all'ufficio del giudice dell'udienza preliminare, che dovrà valutarlo e decidere se accoglierlo o se prosciogliere Romano. Atto dovuto - La richiesta di rinvio a giudizio costituisce un atto dovuto, dal momento che il Gip Giuliano Castiglia ha deciso di respingere la richiesta di archiviazione proposta dal pm Di Matteo, che aveva ritenuto non ci fossero elementi sufficienti per dare corso al processo. Il gip invece ha steso una motivazione di 101 pagine, all'interno delle quali viene spiegato perché contro il ministro si possa sostenera l'accusa La strategia difensiva - I difensori di Romano, gli avvocati Raffaele Bonsignore e Franco Inzerillo, non hanno ancora deciso quale strategia processuale adottare: potrebbero infatti ricorrere al rito abbreviato e in questo caso il ministro sarebbe giudicato con gli elementi finora raccolti, gli stessi elementi con cui la Procura aveva chiesto l'archiviazione. Nel caso in cui il Romano venisse assolto con rito abbreviato, non potrebbe più essere processato nemmeno in presenza del sopraggiungere di nuovi elementi. "Cortocircuito giudiziario" - La dura reazione di Romano non si è fatta attendere: "Non intendo commentare un atto al quale la Procura di Palermo è stata obbligata dopo otto anni di indagini e due richieste di archiviazione. Continuo a non comprendere come non ci si scandalizzi invece - sottolinea il ministro - di un corto circuito istituzionale e giudiziario che riguarda chi da un lato ha condotto le indagini e chi dall'altro le ha severamente sanzionate". Romano ha poi escluso un passo indietro: "Vado avanti, non vedo alcuna ragione per dimettermi".

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