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Salve pensioni del ceto medio Sacrifici solo oltre 2.400 euro

Manovra, le modifiche. Raggiunta intesa in Parlamento: sacrifici meno pesanti. Mercati tesi hanno generato clima di collaborazione

Andrea Tempestini
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Cinque emendamenti a saldi invariati. Sarebbe questo l'esito dell'accordo raggiunto tra la maggioranza e Giulio Tremonti, con il placet anche dele opposizioni,  per permettere alla manovra di procedere a vele spiegate verso l'approvazione definitiva. Le turbolenze sui mercati che hanno travolto l'Italia hanno prodotto un clima di collaborazione e convergenza che raramente si era visto in Parlamento. Praticamente mai sulla legge di bilancio. Resta chiaramente da vedere se alle parole seguiranno i fatti e se non spunteranno sorprese dell'ultima ora. Tra queste sembra farsi strada con insistenza quella di dare maggiore concretezza ai 14,7 miliardi che dovrebbero arrivare dalla legge delega su fisco e assistenza e senza i quali non sarebbe raggiungibile l'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2014. Dal mondo delle imprese e da alcuni esponenti della maggioranza arriva addirittura la richiesta di anticipare, inserendole nella manovra, alcune norme in materia tributaria. Ma probabilmente, come ha annunciato il relatore Gilberto Pichetto Frattin, l'unico intervento in questo senso sarà quello di inserire in manovra la clausola di salvaguardia contenuta nella delega, che prevede, in caso di mancata approvazione della riforma, di recuperare quei 14,7 miliardi attraverso un taglio lineare, e quindi indiscriminato, del 15% della giungla di agevolazioni fiscali oggi in vigore per famiglie e imprese.  L'idea è quella di dare un segnale forte, chiesto dallo stesso Silvio Berlusconi, ai mercati attraverso una blindatura del gettito, ma è difficile, stando almeno alle intenzioni fin qui espresse, che il meccanismo scatti realmente. Più concrete sono invece le modifiche su cui si è registrata la convergenza del Pdl al Senato e anche, in alcuni casi, quella delle opposizioni. Sono ridotti all'osso, come dichiarato dal capogruppo Maurizio Gasparri e dal vice Gaetano Guagliariello, i punti su cui si sta lavorando per trovare le necessarie coperture: pensioni, titoli di Stato, ammortamenti, patto di stabilità interno. In materia previdenziale la stretta sulle rivalutazioni, come annunciato riguarderà solo quelle oltre cinque volte il minimo Inps. Si partirà dunque da circa 2.400 euro lordi e non, come inizialmente previsto, da 1.400. Sul dossier titoli si sta cercando un allentamento, attraverso l'esclusione dei Bot, l'introduzione di una soglia minima di esenzione e un aumento progressivo dell'imposta di bollo. Modifiche in vista per il tetto all'1% della deducibilità fiscale delle spese di ammortamento per le concessioni pubbliche. È prevista poi una modifica sulla sterilizzazione, ai fini del patto di stabilità interno, della quota di cofinanziamento relativa all'utilizzo dei fondi strutturali europei per le Regioni e gli enti locali. Viene poi istituita una cabina di regia nazionale dei fondi strutturali europei che sarà presieduta dal presidente del Consiglio e composta da cinque ministeri (Economia, Sviluppo, Regioni, Pa e Lavoro). In serata, durante un vertice con il presidente del Senato e i capigruppo di maggioranza e opposizione Giulio Tremonti avrebbe anche annunciato ulteriori emendamenti del governo. Oltre alla annunciata clausola di salvaguardia, ha riferito Gasparri, «il ministro dell'Economia presenterà modifiche alla manovra su privatizzazioni e liberalizzazioni». Un provvedimento «programmatico», ha aggiunto. Il tutto dovrebbe arrivare al traguardo in tempi record. Palazzo Madama, stando alla tabella di marcia concordata ieri, approverà la manovra entro le 14 di domani. di Sandro Iacometti

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