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Cav: "Rafforzare manovra" Arriva un'altra stangata?

Berlusconi: "Stretta sui contenuti del decreto". Le ipotesi: anticipare il gettito che deriva dalla delega fiscale e il taglio alle agevolazioni per famiglie e imprese. Rischiamo di pagare più del previsto. E la casta non taglia e si tiene le province...

Andrea Tempestini
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Il momento è critico. Vero. Verissimo. Tanto che lo ha confermato anche il premier, Silvio Berlusconi, che ha spiegato: "Non è un momento facile". Il premier ha rotto il silenzio degli ultimi giorni con una dichiarazione scritta, una risposta del Governo alla speculazione in atto contro Piazza Affari e, in generale, contro il Vecchio Continente. Il programma, sulla carta, è semplice: subito un'accelerata per approvare la manovra che potrebbe fungere da tranquillante per i mercati. Le difficoltà, però, sorgono poiché, a dispetto della dichiarazioni di facciata, l'opposizione potrebbe lavorare per mettere in difficoltà l'esecutivo (e far sprofondare l'Italia in un vero e proprio abisso). Ma difficoltà ancor più significative potrebbero sorgere per i semplici cittadini, che rischiano di essere colpiti da una 'stangatina-bis'. "Rafforzarne i contenuti" - C'è un passaggio del messaggio del Cavaliere, infatti, che incute un po' di timore: "La crisi - ha spiegato Berlusconi - ci spinge ad accelerare il processo di correzioni in tempi rapidissimi, a rafforzarne i contenuti, a definire compiutamente i provvedimenti ulteriori volti a conseguire il pareggio di bilancio nel 2014". Tutti i dubbi si concentrano sull'espressione "rafforzarne i contenuti". Il brivido corso sulla schiena dei più è dovuto all'idea che potrebbe essere nascosta nella frase, ossia quella di rendere ancor più 'lacrime e sangue' una manovra che andrà a pescare - fermo restando la criticità del momento - a piene mani nelle tasche dei contribuenti. La 'stangatina' - Secondo fonti vicine all'esecutivo, infatti, sarebbero molteplici le pressioni per anticipare il gettito che dovrebbe derivare dalla delega fiscale, previsto intorno ai 13 miliardi per il biennio 2013-2014. La richiesta fatta al Tesoro è quella di anticipare gli effetti della delega: sta facendo capolino la possibilità di anticipare le relative misure nella manovra, che così troverebbero applicazione immediata. Altro punto critico è quello che riguarda la clausola di salvaguardia, che Tremonti puntava a introdurre con la legge di stabilità del prossimo ottobre e che prevede il taglio del 15% delle agevolazioni fiscali. La misura, da sola, potrebbe garantire il reperimento delle risorse mancanti al decreto legge, pari a 14,7 miliardi, per il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2014. In buona sostanza, l'anticipo della clausola di salvaguardia sarebbe alternativo al progetto che riguarda la delega fiscale, e se introdotto taglierebbe del 15% le agevolazioni per le imprese e le famiglie. Il presidente della commissione Bilancio del Senato, Antonio Azzolini, ha spiegato che quella della clausola "è una questione molto seria che potrebbe essere discussa in commissione". A fronte di queste possibili mosse, all'interno della maggioranza si discute anche di imporre il blocco della rivalutazione per le pensioni superiori ai 2.400 euro lordi, rispetto ai precedenti 1.400 netti: il prezzo da pagare, però, sarebbe un blocco al 100% delle rivalutazioni al di sopra dei 2.400 euro, ovvero non verrebbero più previsti scalini intermedi. Infine, una 'sorpresina' che potrebbe non piacere alla Lega Nord. Per recuperare più fondi, si pensa anche a una rimoludazione - stringente - dei requisiti per i comuni virtuosi che potrebbero agire in deroga ai paletti fissati dal patto di stabilità. Casta e province - Un inasprimento delle misure contenute nella manovra sarebbe difficilmente tollerabile, anche in considerazione del fatto che tra tasse, balzelli e stretta su pensioni e previdenza, l'Italia dovrà già sopportare abbastanza. Un "rafforzamento" della manovra, semmai, dovrebbe arrivare con una bella sforbiciata ai privilegi della Casta. Peccato però che, come spiega Mattias Mainiero in un articolo del 12 luglio, i "signori del Palazzo" sono "ostinati e disposti a tutto pur di non rinunciare ad un solo dei loro euro". E se la 'casta non si taglia', nemmeno le province sembrano destinate a sparire dai nostri orizzonti.

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