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Testo approvato entro venerdì Premier: "Momento è difficile"

Berlusconi rompe il silenzio: "Restiamo uniti e accleriamo processo di correzione". Ma la sinistra ha un piano: far sprofondare l'Italia

Andrea Tempestini
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Per frenare la speculazione finanziaria che si è abbattuta (e minaccia di farlo ancora) su Piazza Affari è fondamentale il varo della manovra. Al più presto. Il premier, Silvio Berlusconi, ha invitato tutti alla coesione, opposizioni comprese. La sinistra ha teso la mano, anche se dietro la 'pace armata' potrebbe nascondersi un pericolosissimo tranello: fare ostruzione al provvedimento significherebbe mettere in pericolo l'intero Paese. Pd, Idv, Udc, Fli, Api, Mpa e liberaldemocratici hanno dato la loro disponibilità a far approvare il decreto alla Camera entro venerdì. Per tagliare i tempi, il ministro Giulio Tremonti ha annunciato che incontrerà i rappresentanti di Comuni, Province e Regioni nella prima mattina di mercoledì in via XX Settembre. La nota di Berlusconi - "La crisi di fiducia che si è abbattuta in questi giorni sui mercati finanziari colpisce anche l'Italia, ma la minaccia riguarda tutti, riguarda la moneta comune, il segno più concreto dell'unità dell'Europa. Le autorità europee e i governi nazionali sono impegnati a fondo per sventare il pericolo di un regresso che ci riporterebbe indietro di venti anni. Siamo in prima fila in questa battaglia". A rompere il silenzio e a parlare della tempesta economica e finanziaria che sta attanagliando l'Europa e l'Italia, sotto attacco della speculazione, scende in campo e parla il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. "Per noi, per l'Italia - ha spiegato il premier in una nota - è un momento certo non facile. La crisi ci coglie nel mezzo del forte processo di correzione dei conti pubblici che abbiamo da tempo intrapreso e rafforzato pochi giorni fa. La nostra capacità di mantenere i conti sotto controllo dopo lo scoppio della crisi finanziaria nel 2009 è stata superiore a quella di altri paesi. "Banche solide, governo stabile" - "Gli interventi in discussione in Parlamento - ha garantito Berlusconi - accelerano la riduzione del debito. Già quest'anno porteremo il saldo primario in significativo attivo. La crisi ci spinge a accelerare il processo di correzione in tempi rapidissimi, a rafforzarne i contenuti, a definire compiutamente i provvedimenti ulteriori volti a conseguire il pareggio di bilancio nel 2014. Occorre eliminare ogni dubbio sulla efficacia e sulla credibilità della correzione, ma occorre anche operare per rimuovere gli ostacoli che frenano la crescita della nostra economia. Abbiamo l'Europa al nostro fianco - ha continuato il premier - e possiamo contare su innegabili punti di forza. Il governo è stabile e forte, la maggioranza è coesa e determinata. Le nostre banche sono solide e al riparo dai colpi che grandi istituti bancari esteri hanno dovuto subire e sono state pronte a rispondere agli inviti ad accrescere ulteriormente la loro capitalizzazione". "Dobbiamo essere uniti - ha concluso Berlusconi -, coesi nell'interesse comune, consapevoli che agli sforzi e ai sacrifici di breve periodo corrisponderanno guadagni permanenti e sicuri. Questa deve essere oggi la nostra risorsa fondamentale". 'Mano tesa' - E la sinistra e le opposizioni, come detto, tendono la mano al governo sulla manovra, ma la mossa potrebbe essere un trabocchetto. Il loro, infatti, è un 'sì' condizionato: approvazione in tempi rapidi, discussione ridotta all'osso, via libera del Senato entro venerd' ma poi il governo deve andare a casa. Questa la proposta - o meglio, il diktat - con cui, uniti e compatti, Pd e Idv cercano di affondare l'esecutivo, e di conseguenza il Paese. I partiti, nel corso di una conferenza stampa, hanno anche annunciato che presenteranno un pacchetto con gli emendamenti super ridotto. La sostanza, però, è che per dare un segnale ai mercati e contenere l'attacco speculativo, la manovra deve essere approvata in fretta. Le condizioni poste dalle opposizioni rivelano però che la mano tesa è pronta a ritrarsi in un istante. E le conseguenze sarebbero catastrofiche. Come negative potrebbero essere le conseguenze se l'esecutivo fosse costretto a porre il voto di fiducia sulla manovra a causa del possibile ostruzionismo delle opposizioni. Nel pomeriggio di martedì, il segretario democratico Pier Luigi Bersani ha telefonato a Gianni Letta, al quale ha ribadito la disponibilità del Pd a garantire tempi rapidi per l'apporvazione del decreto, ma a cui ha anche ribadito la contrarietà di merito del partito al provvedimento. Bersani e Letta hanno concordato di rimanere in contatto in questi giorni per seguire gli sviluppi della situazione sui mercati. Successivamente Dario Franceschini - al termine della riunione tra Pd, Idv, Udc, Fli, Api, Mpa e Liberaldemocratici - ha comunicato la disponibilità dei partiti a far approvare la manovra alla Camera entro venerdì in considerazione "della gravità del momento e raccogliendo l'appello del Presidente della Repubblica, fermo restando il giudizio negativo sulla manovra e l'azione emendativa". Le richieste - Le opposizioni, per quel che riguarda le modifiche alla manovra, chiedono di rivedere la stretta sulla rivalutazione delle pensioni. Altre proposte prevedono lo scorporo da Eni di Snam rete gas e l'armonizzazione immediata al 20% del prelievo sulle rendite finanziarie, esclusi i titoli di Stato. Su questi punti è probabile che venga trovata un'intesa con l'esecutivo: alcune fonti la danno già per fatta.

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