Siria, attacchi dei pro-Assad prese ambasciate Usa-Francia
Sfondate finestre, imbrattati i muri, sul tetto una bandiera siriana: la protesta dei ribelli. Tre agenti francesi rimasti feriti
I sostenitori del regime di Bashar Assad hanno fatto irruzione nelle ambasciate di Stati Uniti e Francia a Damasco. Le forze dell'ordine francesi sono risusciti ad arginare gli attacchi dei manifestanti, sparando alcuni colpi. Tre agenti di sicurezza francesi sono rimasti feriti. Nell'ambasciata americana, invece, i ribelli hanno sfondato le finestra, sono entrati nell'edificio ed hanno affisso sul tetto la bandiera siriana. La protesta dei pro-Assad è partita da quando gli ambasciatori di entrambi gli Stati, la scorsa settimana, sono andati in visita ad Hama, roccaforte dell'opposizione sotto assedio nel centro della Siria. I motivi dell'attacco - L'attacco alla sede delle ambasciate giunge all'indomani della decisione del ministero degli Esteri siriano di convocare, a Damasco, gli ambasciatori di Stati Uniti e Francia, Robert Ford ed Eric Chevallier, per protestare contro la loro visita ad Hama, effettuata senza ricevere le necessarie autorizzazioni. A quanto si apprende da fonti locali, un comunicato del ministero siriano spiega che "la visita nella città ribelle di Hama costituisce un'ingerenza flagrante nelle questioni interne siriane. Questo dimostra che c'è un sostegno e un incoraggiamento, proveniente dall'estero, per la destabilizzazione del paese, proprio nel momento in cui si apre un dialogo nazionale che ha come obiettivo quello di costruire l'avvenire della Siria. Una tale gesto - continua il comunicato - viola il trattato di Vienna sulle relazioni diplomatiche che sancisce la non ingerenza nelle questioni interne dei diversi paesi". Le reazioni - Il dipartimento di Stato americano ha convocato a Washington l'ambasciatore siriano per avere chiarimenti su quanto accaduto, in considerazione del fatto che "le forze di sicurezza siriane sono state lente nel rispondere all'attacco", così ha riferito un funzionario coperto da anonimato. Anche Bernard Valero, portavoce del ministro degli esteri francese, ha duramente contestato l'attacco.