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Caso Ruby, la difesa di Fede 'Mai contatti, nessuna prova'

Chiesto il "non luogo a procedere" dai legali del direttoreTg4. Avvocato Pecorella: "La competenza è del tribunale di Messina"

Costanza Signorelli
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Non luogo a procedere nei confronti di Emilio Fede, oppure, il trasferimento del procedimento a  Messina. E' quanto hanno chiesto, lunedi 11 luglio, i legali del direttore del Tg4 al gup di Milano Maria Grazia Domanico, nell'ambito dell'udienza preliminare sul caso Ruby. Il processo vede coinvolti, oltre a Fede, l'agente dei vip Lele Mora e la consigliera regionale, Nicole Minetti. I legali di Fede - Secondo i legali del giornalista, Gaetano Pecorella e Nadia Alecci, la richiesta di "non luogo a procedere" è giustificata dall'assenza di prove in merito al reato contestato: "agli atti non c'è prova di alcuna induzione o favoreggiamento della  prostituzione a carico di Emilio Fede".  L'avvocato Gaetano Pecorella, ha poi avanziato un'ulteriore richiesta: il trasferimento della causa a Messina. "Secondo il capo di imputazione - spiega il difensore - la presunta induzione alla prostituzione di Fede inizia nel settembre del 2009" in occasione dell'ormai noto concorso di bellezza in Sicilia, dove Ruby ha partecipato. Se si assume per vero che il fatto più grave ha inizio in quel concorso - spiega Pecorella - la diretta conseguenza è che il gup di Milano dovrebbe dichiararsi incompetente rispetto alla autorità giudiziaria di Messina. La ricostruzione dei fatti - Sempre a sostegno della loro tesi, i legali di Fede affermano che dal settembre del 2009 al 14 febbraio del 2010, quando Ruby partecipò per la prima volta ad una delle serate a Villa San Martino, "Non c'è tra la ragazza e il direttore del Tg4 nessun contatto, nessuna telefonata". Il legale Nadia Alecci spiega che durante il pomeriggio del 14 febbraio 2010, giorno in cui la ragazza sarebbe stata accompagnata ad arcore da Fede, le celle telefoniche dimostrano che, ad un certo punto, Fede e Ruby divergono: Ruby si dirige verso Arcore, Fede a Milano. Su Ambra e Chiara - In merito ad Ambra Battilana e Chiara Danese, le due ragazze piemontesi che hanno partecipato ad una delle feste ad Arcore e che si sono costituite parte civile nel processo, taglia corto l'avvocato Gaetano Pecorella. "Le ragazze smentiscono loro stesse" dal momento che, "subito dopo la serata dalla quale sarebbero uscite disgustate risultano Sms inviati in particolare da Ambra a Fede. Sms di ringraziamento e di baci”. Gli avvocati delle miss piemontesi, Patrizia Bugnano e Stefano Castrale, hanno parlato davanti al gup per chiedere i danni d'immagine, morali e patrimoniali per le due ragazze, che non erano presenti in aula. La difesa di Mora - Anche l'avvocato di Lele Mora, Luca Giuliante, ha avanzato richiesta di "non luogo a procedere" per l'accusa di induzione e favoreggiamento della prostituzione e l'assoluzione perchè il fatto non sussite per la prostituzione minorile. Inoltre il legale ha chiesto che sia dichiarata la nullità della richiesta di rinvio a giudizio per l'omesso deposito da parte della procura di alcuni atti, tra cui intercettazioni e brogliacci, che riguardano in particlolare Nadia Macrì. Il turno della Minetti - L'udienza preliminare è stata aggiornata a mercoledì 13 luglio. In tale data la parola passerà ai legali del consigliere regionale del Pdl, Nicole Minetti. I lavori saranno poi aggiornati a settembre, in una data che verrà indicata dal gup maria Grazia Domanico, nell'udienza di mercoledì.   

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