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Lo chiede pure la Borsa: Giulio, taglia la casta

Piazza Affari ancora giù, serve una reazione immediata. Domani inizia la discussione sulla manovra, Marcegaglia: "Approvare la manovra subito". Napolitano: "Coesione nazionale". Secondo il Sole, la politica pesa per 23 miliardi all'anno. Basta sprechi, a cominciare dalle Province

Giulio Bucchi
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Piazza Affari manda segnali precisi: dopo il rosso di venerdì, un lunedì di passione aperto col -1,2%. In più, il nuovo record nel rapporto tra Btp e Bund tedeschi, con i titoli di stato italiani che hanno superato i 260 punti. Martedì inizierà la discussione della manovra e mai come in questo momento pare che il messaggio che arriva dai mercati sia uno solo: basta sprechi, basta perdite di tempo. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha detto che "oggi più che mai dovrebbe sprigionarsi nel nostro Paese un impegno di coesione nazionale di cui c'è bisogno per affrontare le difficili prove che sono all'ordine del giorno". Più 'tecnica', ma altrettanto decisa il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia: "Con gli spread ai massimi, la manovra va approvata subito. I saldi non vanno minimamente cambiati". Politica pesante - Lo dice anche la stampa. Vitalizi, spese, sprechi. Consulenze, auto blu, rimborsi elettorali. E, aggiungiamo, Enti inutili a cominciare dalle Province. Secondo il Sole 24 Ore di lunedì la poltica pesa sulle tasche degli italiani 23 miliardi all'anno. Nel suo editoriale Fabrizio Forquet cita la morigeratezza ostentata di due padri della Patria, gli ex presidenti della Repubblica Enrico De Nicola e Luigi Einaudi, poi attacca: "Sono passati vent'anni da tengentopoli e quattro dal successo del libro sulla casta dei colleghi Rizzo e Stella. Ma nulla è cambiato. Usi e abusi sono gli stessi. E sono gli stessi, soprattutto, i costi". Insomma, sostiene il Sole, "Nessun Paese che viole essere competitivo può allegramente sperperare risorse in una 'esuberanza' istituzionale che sa di spreco e irresponsabilità". Spendaccioni - Nel dettaglio, Camera e Senato spendono ogni anno 1,7 miliardi (oltre un milardio Montecitorio, 600mila euro Palazzo Madama), di cui 144 milioni in indennità, 96,1 milioni per i rimborsi spese (viaggi, bollette telefoniche e altro), 18,3 milioni in vitalizi agli ex parlamentari, 45,5 milioni per l'affitto di immobili utilizzati come sedi istituzionali. C'è poi il capitolo che riguarda l'intera macchina istituzionale, una burocrazia che succhia 21,3 miliardi all'anno: un miliardo di euro se ne va in auto blu, 180 milioni in rimborsi elettorali, 2,5 miliardi per le partecipate, 2,5 miliardi per le consulenze. Enti territoriali - Consistente il 'peso' degli Enti territoriali. Regioni, Province e Comuni costano 8,6 miliardi, mentre gli Enti intermedi (Parchi, agenzie) ne costano 1,5. Numeri che destano preoccupazione. Ecco il perché della campagna di Libero contro gli sprechi di quegli enti superflui come, appunto, le Province. Ed ecco perché, inoltre, con la manovra dovrebbe arrivare un taglio sostanzioso allo stipendio dei parlamentari che, sempre secondo il Sole 24 Ore, dovrebbe venire dimezzato: l'indennità mensile degli onorevoli, infatti, potrebbe passare da 11.704 a 5.339 euro. Non sufficienti a rimettere, da soli, in sesto i conti dello Stato. Ma di certo un segnale che, in tempi di crisi Bivio pericoloso - "L'economia italiana - scrive Franco Bruni su La Stampa è messa abbastanza male per precipitare nel baratro, se solo prosegue il deterioramento del meccanismo di decisione politico, ormai divenuto vero e proprio azzardo istituzionale. Ma ha anche potenzialità di resistenza e ripresa sufficienti per vedere ridursi rapidamente i pericoli e scendere il costo del 'rischio Paese': basta che dia qualche segnale indiscutibile di cessazione dei comportamenti caricaturali". Il messaggio è chiaro: basta sprechi, basta indecisioni, basta prese in giro. Appello all'unità - Di fronte allo scricchiolare di Piazza Affari, dalla politica arrivano segnali di impegno, se non ottimismo. "Se siamo seri - aveva commentato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano  - non ci dobbiamo preoccupare". L'opposizione depone, almeno a parole, l'ascia di guerra. Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini hanno annunciato riforme e liberalizzazioni da presentare insieme alla maggioranza. "Chi non combatte la speculazione internazionale contro l'Italia, chi diserta in questo momento da un impegno comune fa solo e semplicemente una scelta antinazionale. Noi non saremo mai tra questi", ha scritto il leader Udc sulla sua pagina Facebook. Il segretario del Pd avverte che "siamo intenzionati a reagire coralmente a eventuali tentativi di ondate speculative che vogliono mettere in ginocchio il Paese che non sarà messo in ginocchio da nessuno". Anche l'Idv assicura che pur non condividendo la manovra manterrà un atteggiamento "costruttivo".

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