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Bielorussia, museruola al web: bloccati Facebook e Twitter

Stretta di Lukashenko contro la protesta espolosa su Internet e divampata poi a Minsk: 250 arresti, fermati 20 giornalisti

Giulio Bucchi
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Ha già arrestato almeno 250 manifestanti che hanno preso parte alle manifestazioni organizzate tramite Facebook e Twitter. Si tratta del presidente della Bielorussia, il dittatore Aleksandr Lukashenko, che aveva promesso di far arrestare chiunque lo avesse applaudito (ironicamente) durante i suoi comizi. Ad oggi sono già sei i raduni dei dissidenti bielorussi che contestano le scelte in materia di politica economica del loro presidente. Dal 15 giugno, quando è cominciata la ''rivoluzione della rete sociale'', il numero dei fermi oscilla tra i 400 e i 1.700, con i già citati 250 arresti. Tra essi anche una ventina di giornalisti, molti dei quali russi, il cui fermo ha scatenato la preoccupazione di Mosca. La protesta parte dal web e si sfoga per le strade della capitale Misk, novella Piazza Tahir. Qui i manifestanti rischiano fino a 15 giorni di prigione e una multa pari allo stipendio di un mese: 140 euro. Stop ai social media - Il presidente Lukashenko, che nonostante il clima di tensione continua a considerare i giovani bielorussi teenager delusi e ribelli, ha deciso di stringere la morsa del controllo in Rete, chiudendo le vie di Facebook, Twitter e del social network nazionale Vkontakte. Una scelta identica a quelle adottata in Egitto da Hosni Mubarak, come tentativo di interrompere i collegamenti tra le voci del dissenso e per evitare che foto e video della protesta circolino troppo online. La rivolta, sia sul web che in strada, non accenna a placarsi, vista anche la notizia che la Bielorussia sarà costretta a pagare a Mosca 30 milioni di euro di elettricità accumulata, la cui fornitura dopo lo stacco iniziale, sta progressivamente riprendendo. Il governo bielorusso, stando alle notizie provenienti dall'Est, è arrivato al punto di bloccare e fermare gruppi composti da più di tre persone. Ma già circolano in Rete le prime immagini e video che restituiscono il clima caldo che si vive in Bielorussia. E' possibile seguire le vicende soprattutto attraverso Twitter, digitando nella casella di ricerca gli hashtag #belarus o #Lukashenko. di Antonino Caffo

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