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Carfagna, guai per il marito: bancarotta per Mezzaroma

Rinvio a giudizio per l'imprenditore. Sono 17 i consiglieri di amministrazione sotto processo per il crac di Bravaitalia

Costanza Signorelli
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Rinvio a giudizio per Marco Mazzaroma, marito del ministro Mara Carfagna, finito sotto processo con l'accusa di bancarotta fraudololenta in conseguenza del crac della società Bravaitalia, avvenuto nel 2002. Insieme all'imprenditore romano sono implicate con le stesse accuse altre 17 persone tra cui Corrado Pesci, figlio dell'attrice Virna Lisi, l'ex dirigente Fiat, Umberto Belliazzi. Coinvolto lo stesso liquidatore della società dal 30 luglio 2001 fino al momento del fallimento, Lorenzo D'Ormea. Era incaricato di risolvere il dissesto ed ora è accusato di aver sottratto i beni societari. Il fallimento -  L'accusa contestata dal pm Giuseppe Cascini è quella di concorso in bancarotta fraudolenta: gli imputati, in quanto componenti di diversi consigli di amministrazione della società, avrebbero dissipato e distrutto tutti i beni, sommergendo Bravaitalia di spese ingiustificate e prive di utilità. Tra il 1999 e il 2001 sarebbero stati bruciati oltre 18 miliardi di vecchie lire. Il rinvio a giudizio - Durante l'udienza di giovedì, sono state sollevate varie eccezioni procedurali. Gli avvocati hanno sostenuto la genericità del capo di imputazione mirando ad ottenere che il decreto di rinvio a giudizio fosse dichiarato nullo. Ma le eccezioni sono state respinte ed è stato disposto il decreto per tutti e 17 gli imputati.

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