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Giulio, a Roma nella casa gratis Noi gli diamo 4.500 € di diaria

Il 'dono' di Milanese una tomba per Tremonti, che riceve una diaria ad hoc. Vertice con Berlusconi: il ministro è cupo. Lascia?

Andrea Tempestini
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Il silenzio tombale che proviene dalle fila del Pdl dimostra solo una cosa: Giulio Tremonti, ora, è un uomo solo. Il ministro potrebbe essere a un passo dalle dimissioni. La storia della casa nel centro di Roma, 'gentilmente offerta' dall'ex consigliere Marco Mario Milanese - che secondo i pm versa 8.500 euro al mese - ha indebolito il 'superministro'. Una brutta storia, se dovesse essere confermata, soprattutto perché nell'immaginario collettivo l'equazione è presto fatta: il titolare di via XX Settembre è il padre di una manovra che ai cittadini non è piaciuta affatto poiché è andata a pescare nelle loro tasche. Perché lui dovrebbe godere di macroscopici privilegi, se chiede soldi al 'popolino'? La posizione di Giulio si fa ancor più scomoda se, facendogli i conti in tasca, volessimo tirare in ballo la diaria che percepisce ogni mese, pari a 4.500 euro. Quella casa (quella di Roma) può essere una tomba. Verso le dimissioni? - Solo Silvio Berlusconi lo potrebbe salvare. Così, puntuale, il premier ha diffuso una nota: "Ho invitato oggi a Palazzo Chigi il ministro Tremonti per una colazione di lavoro, in cui definiremo l'agenda degli impegni che insieme affronteremo nei prossimi giorni". L'incontro c'è stato. E' durato 45 minuti. Ma quando Giulio ha lasciato Palazzo Chigi, ha riferito chi ha avuto modo di vederlo, aveva una faccia nerissima, buia, il viso di chi sa qualcosa che gli altri - ancora - non sanno. Il possibile scenario che potrebbe essere stato tracciato durante il colloquio col Cavaliere è dei più drastici: il 'super-ministro' potrebbe lasciare via XX Settembre. Dimissioni. La valanga sta montando e di pari passo si assottiliano le possibilità di arginarla. L'annuncio, però, non potrebbe arrivare prima delle 17.25, quando a Piazza Affari - che sta conoscendo una delle giornate più drammatiche della sua storia recente - suonerà la campanella che segna la fine delle contrattazioni: altrimenti sarebbe un tracollo. Fonti vicine a Palazzo Chigi si sono spinte anche a snocciolare i papabili candidati a prendere il posto di Tremonti al ministero dell'Economia. In pole position ci sarebbe Lorenzo Bini Smaghi, l'economista che siede nel board della Bce, board che sarà però costretto a lasciare per far posto a Mario Draghi al vertice dell'Eurotower. Il secondo nome è quello di Mario Monti, il Commissario europeo per la Concorrenza. Dopo l'incontro a Palazzo Chigi, per inciso, è stata diffusa una nota in cui veniva stato sottolineato che Berlusconi e Tremonti hanno "fatti il punto su tutti i problemi più attuali, a cominciare dalla manovra per la continuazione e il rafforzamento dell'azione di governo". Il premier ha poi ribadito la volontà del governo italiano di "raggiungere il pareggio di bilancio per il 2014, in linea con gli impegni assunti a livello europeo". Le ruggini - Tra Silvio Berlusconi e Tremonti, negli ultimi tempi, il rapporto è tutto fuorché idilliaco. Il grande silenzio del Pdl era stato spezzato, primi della nota e del pranzo, solo da un'intervista del Cavaliere, che con Giulio ci va giù durissimo. "Pensa di essere un genio e che tutti gli altri siano dei cretini. Lo sopporto perché lo conosco da tempo e va accettato così. Ma è l'unico che non fa gioco di squadra". Tanto bastone e poca carota, nelle parole del premier. Volendo leggere tra le linee di una mazzata e l'altra, si poteva scorgere la volontà di Berlusconi di voler tener in squadra Tremonti: di Giulio, scandali o non scandali, Scajola o non Scajola (che in una situazione analoga si dimise), è difficile fare a meno. Ma chi ha visto il ministro uscire da Palazzo Chigi è pronto a scommetere che le cose stiano prendendo una piega differente. Brunetta, frasi casuali? - C'è però chi ipotizza che sia lo stesso Tremonti a 'voler fare a meno del governo'. Se è solo, un motivo si sarà. Basti pensare alle ingiuriose frasi rivolte a Brunetta: che fossero davvero casuali? Possibile che la riedizione del 'divino Giulio' sia così priva di malizia da non poter immaginare che in quella conferenza stampa ci fossero mille orecchie pronte a captare le sue parole? Difficile, come è difficile credere a un disegno ordito da Tremonti per indebolire il governo (scivolato ai minimi di consenso dopo il varo della manovra). La Lega Nord vuole sfruttare la debolezza dell'ex amico, e il campo in cui cercherà di farlo è proprio la finanziaria. Lunedì pomeriggio è in calendario una riunione di un gruppo di lavoro del Carroccio per concordare proposte "migliorative". L'annuncio è stato dato dal ministro dell'Interno, Roberto Maroni. "Definiremo delle proposte collettive". Giulio, probabilmente, sarà costretto a prestare maggiore ascolto. Ammesso che sia ancora alla guida di via XX Settembre.

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