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Gip: "Paga la casa di Tremonti" Le carte della bufera su Giulio

La risposta del ministro: "Vivo a Pavia, vado lì solo saltuariamento". Secondo l'inchiesta Milanese versa 8.500 euro ogni mese

Andrea Tempestini
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Giulio Tremonti fa le valige e va in albergo. Ieri sera non è tornato in via Campo Marzio. L'ordinanza di arresto per Marco Milanese, arrivata ieri alla Camera, a pagina 69 ribadiva che «i rapporti finanziari tra il ministro Tremonti» e il suo ex braccio destro «Marco Milanese sono assolutamente poco chiari». L'ambiguità a cui si riferisce il gip è soprattutto in un luogo, la casa a metà di via di Campo Marzio, a Roma, e ha un prezzo, 8.500 euro mensili, quanto l'ex ufficiale della Guardia di finanza pagherebbe per un appartamento che secondo gli inquirenti campani sarebbe in uso al titolare del dicastero dell'Economia. Tremonti smentisce, però «già da stasera» (ieri), ha fatto sapere, «per ovvi motivi di opportunità cambierò sistemazione». In una nota, il ministro ha chiarito: «La mia unica abitazione è a Pavia, non ho mai avuto casa a Roma. Per le tre sere a settimana che normalmente, da più di quindici anni, trascorro a Roma, ho sempre avuto soluzioni temporanee. Prevalentemente in albergo e come ministro in caserma. Poi ho accettato l'offerta fattami dall'ononorevole Milanese, per l'utilizzo temporaneo di parte dell'immobile nella sua piena disponibilità e utilizzo». La ricostruzione del magistrato napoletano, che ha già convinto il gip ma dovrà passare l'esame della Giunta della Camera, parla invece di una spesa per Milanese che ha superato «i centomila euro» e per la quale «non risultano all'esame del consulenti tecnici le fonti di rimborso da parte del beneficiario Tremonti», nonostante tutti sappiano che sia il ministro ad abitare lì. La Digos partenopea, incaricata degli accertamenti, si è anche chiesta se l'intestatario del contratto fosse l'ex consigliere politico per motivi di riservatezza. Ma, secondo il gip, non può essere, «dal momento che la circostanza» (che sia Tremonti ad abitare in quella casa d'angolo con piazza del Parlamento) «è stata di fatto resa nota dal locatore all'impresa esecutrice dei lavori, al portiere dello stabile, agli organi preposti alla sicurezza, ecc». Quindi Milanese pagherebbe ogni mese 8.500 euro di affitto al Pio Sodalizio dei Piceni per il suo ex capo, perché non sarebbe lui a vivere lì. Non solo. Il gip fa rilevare come «nello stesso appartamento», secondo le ricostruzioni della Procura, sarebbero stati eseguiti «lavori di ristrutturazione per circa 200mila euro», che Milanese non avrebbe mai pagato alla società che se n'è occupata. Una società, la Edil Ars, di Angelo Proietti, che in molte occasioni ha ottenuto appalti dalla Sogei, società controllata dal Ministero delle Finanze, ed in passato finita anche nel mirino di alcuni accertamenti della stessa Guardia di Finanza. Insomma, il cerchio sembrerebbe chiudersi proprio come raccontava Paolo Viscione, principale teste d'accusa di Milanese, che parlava di ricatti subiti dal parlamentare, il quale, secondo l'imprenditore, si faceva  scudo con informazioni riservate su indagini delle Fiamme gialle per intimorire i commercianti e ottenere ingenti regali in cambio. Come «un Capodanno a New York con la compagna», la portavoce di Tremonti, «una Ferrari», «una Bentley usata, che lo aveva lasciato scontento proprio perché di seconda mano» e «orologi da decine di migliaia di euro».   Viscione, il titolare di alcune società nel mirino del nucleo Valutario della Finanza, al quale Milanese avrebbe rivelato lo stato di indagini a suo carico in cambio di denaro, indagato e interrogato il 19 dicembre, ha raccontato di avere acquistato per il parlamentare degli orologi di lusso, «uno dei quali, a detta di Milanese, destinato al ministro Giulio Tremonti». A verbale, si legge: Milanese «voleva tre orologi, uno per la compagna, un altro per il ministro... poi se ne pigliò quattro, alla fine del giro, quattro. Ora non mi ricordo bene, però tengo tutto segnato, mi sono fatto fare la dichiarazione da Laurenti (il gioielliere romano che ha fornito gli orologi, ndr)... con la scusa che doveva ancora essere pagato, giusto per avere la prova  dell'operazione... e poi gli ho dato 48mila euro, 45, una cosa del genere, che ho pagato...». di Roberta Catania

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