Il 'superministro' vive gratis nella casa del braccio destro
Tremonti nell'abitazione da 8.500 euro al mese del consigliere Milanese, per cui è stato chiesto l'ordine di custodia cautelare
La Procura di Napoli ha spiccato una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del deputato del Pdl Marco Mario Milanese, ex consigliere e braccio destro del ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Nel pomeriggio di giovedì si è appreso che nell'ordinanza di custodia emessa dal gip partenopeo spunta la notizia di un interrogatorio al quale è stato sottoposto, alcune settimane fa, proprio il titolare di via XX Settembre in qualità di persona informata sui fatti. Ma il fatto più rilevante è che la polizia, coordinata dal pm Vincenzo Piscitelli, ha scoperto che il ministro abita nel cuore di Roma in un appartamento il cui canone d'affitto è a carico dello stesso Milanese. La casa di Tremonti - Secondo gli inquirenti, il deputato versa 8.500 euro al mese per una residenza in cui, di fatto, non vive, ma dove si reca ogni tanto a far visita al ministro Giulio Tremonti. Inoltre dalle carte dell'inchiesta spunta che nell'appartamento sarebbero stati eseguiti lavori di ristrutturazione per circa 200mila euro, che però Milanese non avrebbe mai pagato alla società che li ha eseguiti. A consolidare l'appartamento in cui vive Tremonti è stata la Edil Ars, di Angelo Proietti, la stessa società che aveva ricevuto appalti dalla Sogei, società controllata dal ministero delle Finanze. Il nodo dell'appartamento è stato citato dal gip Amelia Primavera a margine dell'ordinanza di custodia spiccata nei confronti di Milanese: secondo il giudice è una dimostrazione dello stretto rapporto ancora esistente tra l'ex consigliere ed il ministro. Per questo motivo non sono bastate al pool le recenti dimissioni di Milanese per far decadere le esigenze di custodia cautelare nei confronti del deputato. Nelle carte firmate dal gip si legge, sempre al riguardo dell'appartamento: "Detto immobile è stato concesso in locazione a Milanese Marco per un canone mensile di 8.500 euro, ma viene di fatto utilizzato dal ministro Tremonti, il quale, a sua volta, risulta aver emesso, nel febbraio 2008, un assegno di 8mila euro in favore del Milanese". L'interrogatorio a Tremonti - Nell'ordinanza dei pm John Woodcock e Francesco Curcio, inoltre, si fa riferimento a un'intercettazione telefonica nell'ambito dell'indagine P4 tra il premier, Silvio Berlusconi, e il capo di stato maggiore della Guardia di Finanza, il generale Michele Adinolfi, indagati per rivelazione si segreto e favoreggiamento. I riferimenti all'interrogatorio di Tremonti e all'intercettazione - conseguenza di uno scambio di informazioni tra i pm delle due inchieste - sono contenuti nella parte di ordinanza nei confronti di Milanese in cui il gip fa riferimento alle esigenze cautelari ravvisate a carico del parlamentare del Pdl. Tremonti, a quanto si è appreso, sarebbe stato sentito a metà dello scorso giugno da Curcio e Woodcock, proprio pochi giorni dopo la registrazione del colloquio telefonico tra il Cavaliere ed Adinolfi (quest'ultimo aveva il telefono sotto controllo). Al ministro sarebbe stata fatta ascoltare la telefonata - il cui contenuto è al momento sconosciuto - e Tremonti avrebbe ampiamente risposto alle domande dei pubblici ministeri. Il giorno eastto in cui viene sentito Tremonti è il 17 giugno scorso: al centro dell'interrogatorio i rapporti tra Milanese, Bisignani e Adinolfi. Il verbale del colloquio è stato poi passato per conoscenza anche all'indagine portata avanti da Piscitelli sul conto di Milanese, ed è poi finita nell'ordinanza che riguarda il consigliere. Il gip Primavera ha scritto che il ministro Tremonti "ha riferito in merito all'esistenza di cordate esistenti all'interno del Corpo (delle Fiamme Gialle, ndr) e costituitesi in vista della prossima nomina del Comandante Generale, precisando come alcuni rappresentanti di quel Corpo siano in stretto contatto con il Presidente del Consiglio". Inoltre, continua il gip, "Tremonti ha riferito che il Milanese sia tuttora in stretto contatto con quei vertici, avendo appreso dagli stessi quanto riferito poi al Ministro ed oggetto del colloquio tra lo stesso ed il presidente del Consiglio Berlusconi". Milanese, chiesto l'arresto - Per quel che riguarda l'ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di Marco Mario Milanese, il provvedimento, emesso su richiesta del pm Vincenzo Piscitelli della sezione Criminalità economica della Procura di Napoli, è stato trasmesso giovedì mattina alla Camera dei Deputati per l'autorizzazione a procedere. Le accuse contestate sono di corruzione, rivelazione di segreto d'ufficio e associazione per delinquere. Le indagini rappresentano lo sviluppo dell'inchiesta in cui è coinvolto, tra gli altri, Paolo Viscione in relazione alle attività della società assicurativa Eig. Secondo l'accusa, Milanese avrebbe ricevuto da Viscione e dalla società somme di denaro nonchè orologi di valore, gioielli e auto di lusso come una Ferrari e una Bentley, viaggi e soggiorni all'estero. Tali 'regali', secondo le affermazioni fatte da Viscione costituivano il corrispettivo della rivelazione di notizie riservate e interventi per rallentare le indagini della Guardia di Finanza sulla società assicurativa. Nell'ambito dell'inchiesta, gli agenti della Digos di Napoli hanno eseguito anche altre due ordinanze agli arresti domiciliari nei confronti del sindaco di Voghera, Carlo Barbieri, e del commercialista Guido Marchesi, anch'egli di Voghera. La richiesta di arresto per Milanese è un altro brutto colpo per Tremonti, negli ultimi tempi sempre più nervoso. Agli attriti con la maggioranza sempre più forti si è aggiunto lo screzio con Renato Brunetta. E ora, ben più gravi, le accuse al suo numero due.