Insulti a Brunetta? Silvio fa da paciere, poi silura Tremonti
Tempi duri: dopo il pasticcio su manovra e la pace imposta dal Cav, la lite con Renato. Il motivo? 'Superministro' è nella bufera
Dopo l'offesa, le scuse: finisce in un abbraccio la vicenda che ha come protagonisti due ministri di Governo. Durante la presentazione della manovra Giulio Tremonti inciampa su commenti al curaro per Renato Brunetta - prontamente immortalati da un video esclusiva di Repubblica.it- , ma sarà poi lo stesso ministro-bersaglio a salvarlo, rassicurando sul perdono e la pace ritrovata tra i due : "E' venuto Giulio e mi ha abbracciato, chiedendomi scusa", ha infatti raccontato ai cronisti. Brunetta incassa con stile e la mina nell'esecutivo - almeno in apparenza - sembrerebbe disinnescata. La verità, però, è che nonostante le apparenze (i partecipanti alla conferenza stampa annuivano tutti alle battute del titolare di via XX settembre) è proprio Tremonti ad uscire con le ossa rotte da queste giornate. Prima il pasticcio sulla manovra, quindi la gaffe con il collega, infine il gelo nel Pdl con Angelino Alfano e soprattutto con il premier Silvio Berlusconi. Finito qua? No, perché dalla Procura di Napoli arriva il botto finale: richiesta di arresto per il braccio destro di Tremonti, il consigliere (e deputato Pdl) Marco Mario Milanese. Una picconata alle ambizioni e alle sicurezze dell'ex Divo Giulio, che nel corso della giornata crecse d'intensità: il 'super-ministro' è stato interrogato sulla sulla telefonata tra Adinolfi e Berlusconi e, soprattutto, risulterebbe vivere - secondo le carte dell'inchiesta - in una casa pagata proprio da Milanese. La gaffe di Tremonti - Di certo, non è decisamente un buon momento per Brunetta. Mentre i precari minacciano di boicottargli il matrimonio previsto per il prossimo 10 luglio a forza di picchetti e sacchetti della spazzatura, il ministro della Pubblica amministrazione si butta nel lavoro concentrandosi sulla manovra economica. Senza l'appoggio dei colleghi, però. La testimonianza? La conferenza stampa allestita ad hoc in via XX settembre per illustrare il decreto legge. Il permaloso Renato prende la parola, circondato da tecnici, sottosegretari e papaveri come Giulio Tremonti e Maurizio Sacconi. Nel video, esclusiva di Repubblica.it e girato da Francesco Cocco, Brunetta parla, discetta, illustra numeri. Il ministro della Pubblica amministrazione è impegnato a descrivere i correttivi alla spesa del pubblico impiego. E gli altri lo demoliscono. "Brunetta è proprio un cretino". Guarda il video su LiberoTv Commenti al curaro- In prima fila, c'è proprio Tremonti, un altro che non accetta mai il ruolo di secondo della classe. Brunetta illustra i correttivi, sottolineando che si tratta di tagli" assolutamente sostenibili", considerando che la "massa salariale nel settore pubblico è di 180 mld di euro". Una chiosa che a quanto pare non è piaciuta a Tremonti che sbotta: "Questo è un intervento suicida". E poi, nascondendosi il labiale (ma col microfono aperto), spara: "E' un cretino". E via ai musi lunghi, alle smorfie, alle mani che si sfregano e ai sussurri nelle orecchie dei vicini di tavolo. Tremonti, spazientito, si gira dalla parte del ragionere generale dello Stato Mario Canzio, poi da quella del capo di gabinetto del suo ministero Vincenzo Fortunato. Al ministro del Welfare Sacconi ribadisce: "E' proprio un cretino". E chi gli sta intorno: "E' un massacro". Tutto a pochi centimetri da Brunetta, che ignaro (o no?) continua a parlare agli astanti. Quando finisce l'agonia di Renato, per una volta vittima e non protagonista della video-gaffe, ci si attenderebbe di vedere alzarsi in piedi un Tremonti in braghe corte. Ma non accade: non è il ministro-monello imitato da Corrado Guzzanti, è proprio Giulio. Poi, le scuse e l'abbraccio riparatore tra i due. "E' venuto Giulio e mi ha abbracciato, chiedendomi scusa - ha dichiarato Brunetta in una nota - . Io, però, non ho ancora capito cosa sia successo. Ma si sa, non sono veloce di comprendonio".