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Mai così nemici: odio tra tifosi Lo scudetto si gioca in trincea

Realzione del pm Palazzi esaspera conflitto. Abete sprona il Consiglio: "Si deve decidere". Tavecchio: "Non è nostra competenza"

Andrea Tempestini
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Il giorno dopo la pubblicazione delle 72 pagine vergate dal procuratore federale Stefano Palazzi, l'opinione pubblica si è spaccata in due tra innocentisti e colpevolisti, o meglio ancora, tra sostenitori dell'Inter che gridano al complotto (sposando la dura condanna pronunciata da Moratti) e juventini che sbandierano gioiosi la loro rivincita, come se Palazzi avesse assolto i bianconeri, la cui posizione, ad onor del vero, resta di gran lunga la più grave nell'affaire Calciopoli. Tant'è ieri le due fazioni si sono scatenate su internet, intasando le pagine dei blog e dei social network dove, ad esempio su facebook, amici di vecchia data, divisi solo dalla fede calcistica, s'insultavano che era una bellezza. Un clima fatto di veleni, sospetti e accuse, che ha avvelenato il calcio per anni. E che ha riportato il mondo del tifo al pre-calciopoli. Poi c'è chi il prossimo 18 luglio, dovrà decidere davvero se lasciare lo scudetto 2006 all'Inter o scucirglielo dalle maglie. E qui la situazione è più confusa che mai, quasi che la relazione di Palazzi avesse ingarbugliato la matassa, anzichè dipanarla. Tanto che sembra molto difficile che fra tredici giorni la Federazione possa avere la forza di ratificare una decisione. Più probabile che il “tavolo dei venticinque” possa decidere di rinviare il giudizio o addirittura di affidarlo ad organismi ad hoc che approfondiscano la situazione. Il dubbio più grande, che si affaccia sulla riunione del Consiglio, è quello della mancanza di contraddittorio. In sostanza, dicono i consiglieri riottosi, Palazzi non è giudice, ma un pm, rappresenta cioè l'accusa. E un'eventuale decisione non terrebbe conto dell'altra parte fondamentale: la difesa, dell'Inter. Così il Consiglio sembra diviso. Intanto ci sono quelli che proprio a votare non ci vogliono andare, perché il Consiglio Federale non ha il ruolo per decidere cose così. Il più deciso è Carlo Tavecchio, presidente dei Dilettanti e vice vicario della Federazione «Il Consiglio non è deputato ad emettere sentenze di questo tipo. E poi - sbotta - non vorrei che passasse la tesi che Guido Rossi è uno sprovveduto, che Borrelli conti zero e che Sandulli era assente da tutto». Renzo Ulivieri, presidente degli allenatori sottoscrive la prima parte «io sono per non votare», ma sprona l'Inter «a fare un gesto di distensione, restituendo lo scudetto del 2006». E tra gli scettici ci sono anche il presidente della Lazio Claudio Lotito («non parlo prima di aver letto le carte») e il presidente della Lega di A Maurizio Beretta («serve un approfondimento serio»). Così gli unici (a oggi) che sono convinti della competenza del Consiglio Federale sono il presidente Abete e quello della Lega di B Andrea Abodi. Per il primo «nei prossimi giorni, con grande tranquillità ed evitando accelerazioni, faremo tutti gli approfondimenti tecnici» per arrivare ad una decisione. Ancor più deciso Abodi «bisogna prendere una decisione. Il Consiglio Federale dovrà esprimersi in un senso o nell'altro» che bacchetta pure Moratti «spero che a freddo possa rivedere la propria posizione. Nessuno mette in dubbio la persona di Facchetti, ma qui a parlare sono i fatti». Al Consiglio mancano 13 giorni. Basteranno per trovare una posizione condivisa? di Fabio Rubini

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