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Censis: "Italia troppo vecchia, nel 2050 sarà grana pensioni"

La ricerca: "Presto il 26% di over 64. Chi oggi ha tra i 25 e i 34 anni non supererà i 1.000 euro al mese". Sacconi: "Difficile dirlo"

Giulio Bucchi
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Il 42% dei lavoratori dipendenti che oggi hanno tra i 25 e i 34 anni andrà in pensione, nel 2050, con meno di 1.000 euro al mese. E' l'allarme lanciato dal Censis ad un anno dal lancio del progetto 'Welfare, Italia. Laboratorio per le nuove politiche sociali' condotto in collaborazione con l'Unipol. Attualmente, infatti, i giovani al lavoro che guadagnano una cifra inferiore ai 1.000 euro sono il 31,9%: ciò significa, si legge nel rapporto, "che in molti si troveranno ad avere una pensione pubblica più bassa del reddito di inizio carriera". Una previsione, questa, che riguarda i più "fortunati", cioè i 4 milioni di giovani oggi ben inseriti nel mercato di lavoro con contratti standard. Senza cioè contare quel milione di giovani autonomi o con contratti atipici e i due milioni di giovane che non studiano né lavorano, continua il rapporto. In Italia "il problema pensioni non è risolto". Il problema più grave, infatti, è che si tratta di uno dei Paesi più vecchi e longevi al mondo. Nel 2030 gli anziani over 64, dice ancora lo studio Censis-Unipol, sarano più del 26% della popolazione totale: quattro milioni di persone non attive in più e due milioni di attivi in meno. Il sistema pensionistico dunque dovrà confrontarsi con seri problemi di compatibilità ed equità. "Se le riforme degli Anni 90 hanno garantito la sostenibilità finanziaria a medio termine del sistema previdenziale, oggi preoccupa il costo sociale e la riduzione delle tutele per le generazioni future". Sacconi scettico - "Le proiezioni di questo tipo sono molto opinabili perché scontano ipotesi di percorsi lavorativi che nessuno può disegnare in un tempo di così straordinari cambiamenti", ha commentato con un pizzico di scetticismo il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi. Così il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. "Sono dati che non capisco, neanche la zingara saprebbe disegnare percorsi simili e io diffido da proiezioni di questo genere che sono opinabili anche se questo non significa sottovalutare l'esigenza di pensare al futuro".

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