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Calciopoli, a scoppio ritardato: "Inter, ci fu l'illecito sportivo"

Senza prescrizione i nerazzurri sarebbero stati penalizzati come Juve e Milan. Rabbia di Moratti: "Lasciate stare Facchetti"

Andrea Tempestini
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Il “teorema degli onesti” potrebbe crollare sotto i colpi delle 72 pagine della relazione di Stefano Palazzi. Secondo quanto scrive il procuratore federale, nel 2006 anche l'Inter si rese colpevole di illecito e doveva essere punita al pari di Milan e Juventus. Le parole del procuratore sono pesantissime e il quadro che disegna agghiacciante. Anche l'Inter telefonava agli arbitri chiedendo di ammorbidire la loro condotta di gara. Secondo il procuratore la posizione più pesante sarebbe stata quella di Giacinto Facchetti (deceduto il 4 settembre 2006), che avrebbe violato l'articolo 6, quello che regolamenta l'illecito sportivo, mentre per Massimo Moratti ci sarebbe l'infrazione del solo articolo 1 (condotta antisportiva). Ma il numero uno nerazzurro proprio non ci sta e subito dopo la pubblicazione della relazione, ha avuto una reazione tanto dura, quanto inusuale per uno col suo aplomb: «Tutto questo è offensivo, grave e inaccettabile. Palazzi si sbaglia. Ma senza processo si può dire quello che si vuole. L'Inter e io non possiamo accettare quanto scritto in quella relazione». E ancora: «Trovo stupido tirare in ballo un simbolo come Facchetti, che non può più difendersi. Non stimo per niente chi ha fatto queste cose. Lasciare l'Inter? Io lavoro per i miei tifosi, non per quella gente li». Pronta la replica di Luciano Moggi, principale imputato di Calciopoli: «A noi vogliono radiarci per la violazione dell'articolo 1, l'Inter ha oltrepassati i limiti con l'articolo 6, che è anche più grave. Non credo proprio che la cosiddetta “banda degli onesti” possa ancora chiamarsi così». Ma nella sua relazione Palazzi piazza anche un trappolone che potrebbe stoppare sul nascere eventuali contromosse nerazzurre. Infatti nel caso di revoca dello scudetto 2006, l'Inter potrebbe sì proseguire nella sua battaglia legale, ma per farlo potrebbe essere costretta a «rinunciare alla prescrizione», con le conseguenze giuridiche che è facile immaginare dopo le parole pesantissime di Palazzi. A meno che l'eventuale ricorso (Alta Corte del Coni, poi Tar e Consiglio di Stato) non riguardi solo la decisione del Consiglio federale, senza entrare nel merito delle accuse mosse da Palazzi. E ammesso che il consiglio, che si riunirà il 18, prenda una decisione. Sì, perché sembra aumentare la fronda di quelli che preferirebbero demandare ad un organo ad hoc la decisione finale, facendo così slittare la sentenza. Del resto questi consiglieri hanno trovato sponda in “Ponzio Palazzi” che nelle 72 pagine della relazione non indica una sola cosa: chi deve decidere se revocare o no lo scudetto 2006 all'Inter.   E la Juve? Cosa può fare in caso di mancata revoca dello scudetto? L'iter potrebbe essere lo stesso seguito dall'Inter, ma il vero colpo di scena potrebbe arrivare dal processo (civile) di Napoli. L'accusa contro Moggi si basa su tre assunti: che parlava con gli arbitri, che lo faceva in forma associativa e in forma esclusiva. Se Moggi venisse assolto le ultime due circostanze cadrebbero. A quel punto la Juve potrebbe far partire un ricorso addirittura per la restituzione dei due scudetti: infatti se i “saggi” avessero saputo che il sistema Moggi non era tale e soprattutto non era esclusivo, si dimostrerebbe che le penalità inflitte alla Juve nell'estate 2006 erano spropositate e che i due titoli (2004/'05 e 2005/'06) non andavano revocati. Insomma, indipendentemente da cosa deciderà la federazione, la parola fine su questa vicenda non verrà scritta troppo in fretta.  di Fabio Rubini

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