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Sindaci, lacrime di coccodrilo: tutti tifavano per i violenti

C'è chi avrebbe dovuto pensarci 2 volte prima di soffiare sul fuoco della causa anti-Tav. Anche il corteo 'pacifico' cavalca il caos

Andrea Tempestini
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I sindaci dei Comuni interessati dal passaggio della Tav oggi piangono lacrime di coccodrillo. "Non siamo in grado di gestire la protesta", dicono, dopo gli scontri di ieri (domenica) fra i manifestanti e le forze dell'ordine che hanno causato centinaia di feriti. Avrebbero dovuto pensarci prima di soffiare sul fuoco della rivolta, invece hanno messo la loro causa a disposizione di chiunque: dei ciarlatani alla Beppe Grillo e dei facinorosi muniti di maschere antigas e pietre. Li ho visti ieri, ero assieme a loro tra i boschi quando i giovanotti con le bandiere anarchiche estraevano dagli zaini l'attrezzatura da guerra e infilavano sassi nelle tasche. Purtroppo, ho visto anche gli altri manifestanti, quelli cosiddetti "pacifici", tifare per i bastonatori con il volto coperto e insultare la polizia. Ho seguito i violenti e ho visto con i miei occhi uno degli organizzatori del corteo, uno di quelli che indirizzava la folla, indicare la strada da seguire per giungere al bosco. E nel bosco non c'era altra possibilità che lo scontro con la polizia. Non ci vengano a dire oggi che i violenti erano una minoranza separata e aliena. Che i sindaci non sanno come gestire il caos. Ormai hanno scatenato la guerra e quello che abbiamo contemplato con schifo ieri è solo l'inizio. di Francesco Borgonovo

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