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Nemico n°1? L'automobilista In macchina puniti su tutto

Il cittadino s'incazza: mazzate sul bollo, su accise e limiti di velocità. Il governo pensa a chi vive inscatolato in macchina?

Andrea Tempestini
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Non servono complicate indagini sociologiche riguardanti la perenne incazzatura del celebre cittadino: a farlo incazzare, il cittadino, sono per esempio certe leggi e leggine annunciate regolarmente a carico degli automobilisti, cioè i provvedimenti-bancomat, roba che pesa più di altre notizie che riempiono le prime pagine di questi giorni. Perché milioni di italiani, inscatolati nelle loro auto, ci vivono. Ci lavorano. Spesso ci campano. Da immaginarsi le loro reazioni anche protratte nel tempo, quindi, dopo questa micidiale sequenza: 1) L'annuncio di una sovrattassa erroneamente definita «per vetture di medio-grossa cilindrata», quando in realtà di parla di veicoli di potenza superiore a 125 chilowatt e cioè a 170 cavalli. 2) Il ritocco delle accise sulla benzina per finanziare il Fondo unico per lo spettacolo (Fus) e per cancellare la   tassa di 1 euro sui biglietto del cinema. Il rincaro è partito l'altro ieri e, ricorderete, era stato annunciato il 23 marzo dal sottosegretario Gianni Letta. 3) L''altro ritocco delle accise sulla benzina che viene applicato dalle compagnie petrolifere per «fronteggiare lo stato di emergenza umanitaria determinato dall'eccezionale afflusso di cittadini appartenenti a Paesi del Nord Africa». È  una cosa umanitaria. 4) Il probabile aumento dell'imposta provinciale di trascrizione (Ipt) che è quella che si paga quando si compra un'auto: si attende il pronunciamento del ministro dell'Economia. Nel caso, non sarà più di importo fisso: fino a 53 kw di potenza non cambierà nulla, ma da 54 kw  l'imposta sarà proporzionale alla potenza. Due esempi: un automobilista milanese che comprerà una Golf 1.6 Turbodiesel (listino: 22.850 euro) pagherà 352 euro invede dei 196 che paga oggi; uno di Agrigento che comprerà un'Alfa Romeo 159 2.0 (listino:  29.900 euro) pagherà 571 euro anziché 196. 5) L'aumento della tassa sulla Rc auto, che potrebbe passare dal 12,5% al 16%: la decisione in questo caso spetta alle Province. 6) Questo senza contare faccende vecchie e nuove - riuscite o abortite - che sono comunque riuscite a far incazzare un sacco di gente. Tipo l'annuncio di una patente differenziata per gli autisti delle auto blu - maggio 2010 - ai quali non dovevano essere tolti i punti in caso di infrazioni: questo nel paese del record mondiale delle auto blu; tipo, poi, il giudizio di legittimità dei famigerati impianti semaforici T-red (quelli col giallo che dura pochi secondi) che hanno comportato multoni per decine e decine di milioni di euro; poi ancora l'annuncio, pure ritirato, della possibilità di andare a 150 all'ora in alcuni tratti autostradali, cosa che si preferisce fare di nascosto. Ma torniamo alla presunta e grande novità, cioè l'annuncio del superbollo che colpisce le auto con potenza superiore ai 170 cavalli. I provvedimento va a colpire un sacco di vetture che con il cosiddetto lusso non c'entrano niente, e potrebbe colpire all'incirca il 30 per cento delle auto a listino. Della Giulietta Alfa Romeo, per capirci, rimarrebbero immuni dieci modelli su diciassette. La Opel Insignia, in tutte le versioni a benzina, diventa un auto di lusso. Persino la nuova Freemont della Fiat, in due versioni su quattro, pagherebbe la sovrattassa. Insomma, il mercato ne risentirà non poco: e non stiamo parlando di milionari. Una Mini JCW, che ha 211cavalli, già ora paga 470 euro di bollo: ora arriva l'aumento. Verranno colpiti anche coloro che comprano una vecchia auto di buona cilindrata per trasformarla a gpl: una modesta Toyota Celica, per esempio, ha 192 cavalli. Ma gli esempi sono tantissimi. A ingannare oltretutto è la proporzione tra cavalli e massa del veicolo: 180 cavalli su un camioncino pick-up, guidato da un romeno, sono diversi da altrettanti che spingano la spyderina sfiziosa che compri all'amante. Già fino a oggi, del resto, si pagava un bollo più elevato per le auto con più di 100 kw. L'incubo automobilistico è ormai molto democratico. Vale per tutti. Quando compri una macchina paghi l'Iva, il passaggio di proprietà (una tassa per cambiare il nome sul libretto) e quando fai benzina paghi oltre un euro di tasse varie, più appunto il bollo, l'autostrada, il parcheggio. Chiunque possegga un'auto vive nel terrore, essendo ormai diventato la gallina dalle uova d'oro delle amministrazioni grandi e piccole di tutto Paese: in moltissime città italiane la somma delle multe supera persino il valore delle imposte, e questo senza contare le entrate di Polizia Stradale e Carabinieri e Guardia di Finanza.  Da qui una crescente passione delle amministrazioni per ogni sistema di rilevamento elettronico: piccoli comuni che imboscano autovelox in tratte dove il limite è di 50 all'ora, cartelli che di converso annunciano rilevamenti elettronici che non ci sono mai stati, telecamere poste sopra a semafori solitari in mezzo alla campagna. Un tempo lo Stato accusava i comuni di voler soltanto spillare soldi ai cittadini di passaggio: l'ente che gestisce la strada e il singolo comune, ora, si dividono i soldi fruttati dagli autovelox-trappola. Accade nel Paese in cui un terzo degli incidenti  resta dovuto alle condizioni delle strade, non alla velocità. In Germania -  dove  Speroni supera i 300 all'ora - ci sono delle tratte dove non esistono limiti e dove tuttavia il tasso di mortalità è inferiore al nostro; Spagna e Portogallo invece hanno limiti più bassi dei nostri ma con il triplo dei morti. Questo senza contare che molti guidatori non credono neppure che gli autovelox siano effettivamente in funzione: le strade ridondano di cartelli che paventano un «controllo elettronico della velocità» che spesso non è mai esistito, e il cui fantasma è però considerato un utile deterrente. Lo Stato incassa e, quando ritiene, racconta bugie per il nostro bene. di Filippo Facci

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