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E anche 'La7' scarica Santoro: lui grida a "conflitto interessi"

Stop alle trattative per portare teletribuno al terzo polo tv: ha tirato troppo la corda. Rai, Ruffini 'dimissiona' l'Annunziata

Andrea Tempestini
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E' la cronaca di una (ormai consueta) giornata convulsa per il piccolo schermo. Prima la notizia che il teletribuno Michele Santoro non trova più un pulpito da cui pronunciare le sue antologiche arringhe in chiave anti-berlusconiana. Poi si scopre che Lucia Annunziata, la conduttrice di In mezz'ora, è stata 'dimissionata' dal direttore di Rai3, il compagno Paolo Ruffini, seccato per le dichiarazioni rilasciate dalla giornalista a Il Messaggero.  Dopo lo strappo con mamma Rai, Michele Santoro aveva intavolato una trattativa con La7 per passare alla nascente corazzata del terzo polo televisivo. Oggi, giovedì, la doccia fredda: "Sono state interrotte le trattative con Michele Santoro a causa di inconciliabili posizioni riguardo alla gestione operativa dei rapporti tra autore ed editore". Questo lo scarno comunicato di una nota di Telecom Italia Media, la società che controlla l'emittente televisva. Niente programma per Michele su La7, insomma. Il paladino della sinistra deve aver tirato troppo la corda, e l'emittente di casa Telecom, evidentemente, ha deciso di non voler sottostare ai diktat del conduttore di Annozero. "Conflitto di interessi" - Così Michele fa riscattare l'allarme sul fumus persecutionis che lo circonderebbe senza lasciargli tregua. "Siamo di fronte ad una nuova, eloquente ed inoppugnabile prova dell'esistenza nel nostro Paese di un colossale conflitto di interesse", ha commentato l'ex conduttore di Annozero dopo lo stop alla trattativa. Telecom, da par suo, ha fatto sapere che la rottura è dovuta a "inconciliabili posizioni riguardo alla gestione operativa dei rapporti tra autore ed editore". Ma Santoro non ci sta, e non riesce a fare a meno di sentirsi vittima di un complotto. "Un accordo praticamente concluso - ha commentato in una nota Michele - viene vanificato senza nessuna apprezzabile motivazione editoriale". Le ragioni della fine della trattativa vanno ancora chiarite nel dettaglio, ma il teletribuno non perde un minuto e 'suggerisce' l'influenza di una regia occulta. "Non possiamo fornire le prove dell'esistenza di interventi esterni  - ha fatto sapere - ma parla da solo l'interesse industriale che avrebbe avuto La7 ad ospitare un programma come il nostro nella sua offerta". Cosa sarà mai accaduto in quell'Eldorado dell'informazione televisiva? Forse non è proprio tale, o forse usare i media a proprio uso e consumo non è ben accetto nemmeno in casa Telecom. "Improvvisamente - spiega Santoro - ci sono stati posti gli stessi problemi legali che la Rai pone a Milena Gabanelli e norme contrattuali che noi consideriamo lesive della libertà degli autori e dei giornalisti". Chi c'è dietro?  - Santoro, nella nota, ha ricordato l'interesse di Stella, amministratore delegato di Ti media, che "aveva pubblicamente dichiarato che non c'erano divergenze economiche e che La7 non aveva nessun problema a mettere in onda un programma come Annozero".  E allora si interroga e insinua, arringando sulla carta così come sugli schermi: "Perché hanno cambiato idea? Chi ha interesse ad impedire che si formi nel nostro Paese un terzo polo televisivo che rompa la logica del duopolio?". E via alla predica: "Per tornare a crescere l'Italia deve liberarsi del conflitto di interesse". Crolla il titolo - Le poche righe del comunicato diffuso inizialmente da Telecom Italia Media sono bastate a far crollare il titolo della società a Piazza Affari. Pochi minuti dopo l'annuncio dello stop alle trattative per il passaggio di Santoro all'emittente, il titolo precipitava di 4,59 punti percentuali a 0,21 euro. E' successo l'esatto opposto rispetto al giorno in cui il teletribuno annunciò l'addio alla Rai, quando i mercati fecero la (non) scontata deduzione che prevedeva il suo passaggio al terzo polo del piccolo schermo. "In Mediaset non lo voglio" - Se Santoro è orfano della Rai e, ora, respinto anche da La7, Pier Silvio Berlusconi, vice presidente di Mediaset - ammesso che ci fosse bisogno di una conferma - chiude ogni porta di Cologno Monzese a Michele. "Giovanni Floris sì, mi sarebbe piaciuto averlo con noi. Ma Santoro no, proprio no". E' quanto ha ribadito Pier Silvio alla presentazione dei palinsesti Mediaset. Il figlio del Cavaliere ha anche confessato di aver provato a strappare Floris alla Rai, per poi tornare su Santoro: "Lui per noi è troppo oltre. Ormai non fa più il conduttore televisivo, ormai è un politico. Devo riconoscere che televisivamente è un fenomeno, un vero talento, ma portarlo da noi no, proprio no".

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