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"Tutte le donne stiano a casa, così pensano ai loro figli"

Incredibile in provincia di Milano: soluzioni 'creative' contro la crisi. Taglio totale per il gentil sesso. Sciopero: uomini danno buca

Rosa Sirico
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Al tempo delle quote rosa, le donne pagano ancora discriminazioni di genere. E non c'è legge che tenga. Né solidarietà maschile. L'ultimo caso arriva dalla provincia di Milano, dove la società Ma-Vib di Inzago per reagire alla crisi ha deciso di dare un taglio ai dipendenti.  Ma sono tutti, rigorosamente, donne. "Così - spiega l'azienda nel comunicato - possono stare a casa a curare i bambini". Di qui, la rivolta e lo sciopero organizzato dalla Fiom, che giovedì mattina avrebbe dovuto vedere donne e uomini uniti nella protesta davanti ai cancelli dello stabilimento. Salvo poi defilarsi all'ultimo minuto e varcare i cancelli dello stabilimento. Della serie, solidarietà sì ma fino ad un certo punto.    Il taglio -  La Ma-Vib è un'azienda a conduzione familiare che produce motori elettrici per impianti di condizionamento. Trenta dipendenti in tutto, per lo più operai. Dodici uomini, 18 signore. Poi, la crisi: l'impresa va avanti con gli ammortizzatori sociali finché può, e alla fine deve ricorrere allo sfoltimento dei dipendenti. Prima la cassa integrazione, poi il licenziamento di 13 lavoratori, tutti  rigorosamente di sesso femminile, anche perché "quello portato a casa dalle donne è comunque il secondo stipendio" spiega l'azienda a sua discolpa. "Fermo restando che lo stato di famiglia delle lavoratrici Ma-Vib - si legge nella nota della Fiom -  è affare solo loro, al 'no' ai licenziamenti comunque, si aggiunge l'indignazione per il becero, offensivo e discriminatorio atteggiamento dell'azienda". La mobilitazione - Di qui, lo sciopero di giovedì mattina al quale tutti avevano dato adesione. Salvo poi, tirarsi indietro all'ultimo minuto: gli operai uomini, infatti, hanno deciso di entrare in azienda e di lavorare. Ma la battaglia non si arresta e sul piede di guerra non c'è solo la Fiom, ma anche la Provincia di Milano che ha deciso di convocare i sindacati e aprire un tavolo in merito. "Domani (venerdì, ndr) - ha dichiarato l'assessore provinciale alle Pari opportunità, Cristina Stancari -  incontrerò le lavoratrici e chiederò all'azienda un ripensamento a fronte di questa decisione che calpesta la dignità femminile". E sullo stesso piano anche l'assessore al Lavoro e alla Formazione Paolo Del Nero : "Siamo disponibili ad attivare immediatamente un tavolo tecnico con sindacati e proprietà affinché sia possibile confrontarsi e analizzare il problema occupazionale". Critiche sono giunte anche dal consigliere regionale Giulio Cavalli che ha parlato di "una pericolosa deriva sessista, che non può e non deve trovare spazio nel mondo del lavoro". Le ragioni della Ma-Vib - L'azienda dal suo canto ha replicato alle critiche sostenendo che la cassa integrazione prima e il taglio dei posti di lavoro poi sono stati motivati da "ragioni oggettive", anche se poi i proprietari si sono trincerati dientro un no comment.

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