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Crisi Grecia: questo è il destino di chi lascia fare i violenti

Il Parlamento vara la manovra da 78 miliardi di euro. Ad Atene si sciopera ancora: scontri e 500 feriti. Non capiscono la situazione

Giulio Bucchi
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Alla fine è arrivato il 'sì': il Parlamento greco ha varato la manovra da 78 miliardi di euro, mentre fuori dall'aula crescevano di intensità le proteste e gli scontri tra manifestanti e polizia. Il premier greco George Papandreou e il suo governo hanno incassato i 151 voti che assicurano la maggioranza su un totale di 300 seggi. Dopo aver annunciato che avrebbe votato contro, anche il deputato socialista greco Alexandros Athanassiadis ha dato il proprio sì alle misure. La cancelleliera tedesca, Angela Merkel, ha definito "eccezionalmente coraggioso" il voto dei parlamentari greci. La Merkel si è poi detta dispiaciuta del mancato appoggio al provvedimento da parte dell'opposizione. Intanto, tra le fila dei 'pazzi di Atene', che si oppongono in strada al piano lacrime e sangue - che è l'unica e ultima possibilità per salvare il Paese dalla bancarotta - si contano diversi feriti. In Parlamento, i politici di tutti i partiti e quelli del Pasok - il partito socialista al governo - in particolare, erano attesi al varco. E non hanno tradito, approvando il piano varato dall'esecutivo in collaborazione con i rappresentanti dei creditori del Paese. La posta in gioco non è alta, ma altissima: è la sopravvivenza, tutt'ora in dubbio, della Grecia, che in caso di default potrebbe trascinare l'intero Vecchio Continente in una spirale di disperazione economica. Il primo ministro del Lussemburgo e presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker si è dichiarato "felice e sollevato" dal voto del parlamento greco: "Con questo programma, la Grecia cimenta il suo impegno per un aggiustamento della sua situazione economica e budgetaria. La strada per il versamento della quinta tranche di prestisti bilaterali dei paesi membri della zona dell'Euro e del Fmi è ora spianata". Gli scontri - Parte del popolo greco, però, pare non aver capito la gravità della situazione o perlomeno il fatto che un intero Paese cammina sull'orlo del precipizio. La seconda giornata di sciopero generale ha riservato ad Atene il solito triste spettacolo di vandalismi e violenze gratuite tra no global, anarchici, indignati e forze dell'ordine. In piazza Syntagma, cuore delle manifestazioni, sono stati circa 500 i feriti di ogni età e di differente gravità di condizioni. L'aria nella piazza è irrespirabile a causa delle nuvole di gas lacrimogeno e del fumo che si innalza dai cassonetti dati alle fiamme. Sono stati migliaia i manifestanti affollati nelle piazze e nelle strade di fronte al Parlamento che ha ratificato il pacchetto di misure di austerity. Il voto è arrivato dopo che martedì, primo giorno di uno sciopero generale di 48 ore indetto dai sindacati che si oppongono ai tagli per 28 miliardi di euro.  I dimostranti si sono dati appuntamento di fronte al Parlamento con l'obiettivo di impedire ai deputati di entrare e così iniziare a votare votare il pacchetto di tagli che, solo se approvato, permetterà al Grecia di ricevere la prossima tranche, 12 miliardi di euro, del suo bailout da 110 miliardi di euro. Piano di privatizzazioni - Il pacchetto votato in Parlamento include un piano di privatizzazioni per 50 miliardi di dollari, spalmati sui prossimi tre anni.  Il primo ministro George Papandreou, che per superare le resistenze incontrare all'interno della sua stessa coalizione ha varato un nuovo governo, nominando il numero due del Pasok, Evangelos Venizelos, alle Finanze, aveva rivolto un appello ai deputati socialisti e quelli dell'opposizione affinchè votassero a favore del pacchetto che l'Unione Europea considera l'unica possibilità per la Grecia di iniziare ad uscire dal tunnel. "Non c'è piano B per salvare la Grecia dal default", aveva ribadito il presidente della commissione Europea, Jose Manuel Barroso.

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