Napoli, "no rischio epidemia". Caldoro indagato per niente
Medici e ministro Fazio smentiscono i magistrati che accusano il governatore. La situazione rifiuti migliora, ma ci sono altri roghi
È il via vai della politica negli uffici giudiziari napoletani: ma l'inchiesta sulla cosiddetta “P4” ora c'entra poco. Il pubblico ministero Francesco Curcio è sì il partner di Woodcock nella battuta di caccia ai governatori occulti della cosa pubblica, ma è contemporaneamente titolare di un'altra indagine che, da qualche giorno, tiene inchiodata Napoli quasi quanto la spazzatura: quella per epidemia colposa e omissione d'atti di ufficio. Che, allo stato, registra quale unico indagato eccellente il presidente della giunta regionale Stefano Caldoro. Un'epidemia, però, ancora annidata solo nei faldoni della procura dal momento che, sia Gabriele Peperoni, presidente dell'Ordine dei medici di Napoli, che il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ne hanno escluso addirittura il rischio. Senza, ovviamente, «sottovalutare i rischi per il benessere dei cittadini che comporta la giacenza prolungata in strada dei rifiuti», com'è precisato in diverse note. C'è stato pure chi ha paventato il rischio colera, ipotesi considerata dal vertice dei medici napoletani «assolutamente falsa ed infondata». L'indagine, intanto, è partita (pare su un esposto del Codacons, di certo sulla base di una semplice consulenza tecnica fornita ai pm dalla dottoressa Triassi) e gli accusati pensino a difendersi: epidemia o meno. Caldoro, già nel pomeriggio di domenica, l'ha fatto pubblicamente: «Non ci sto». Non ci sta il presidente della giunta campana ad assumersi colpe per inadempienze altrui lungo il corso degli ultimi 15 anni. Ragion per cui, ieri pomeriggio, per circa due ore e mezza, ha spiegato al sostituto procuratore Curcio come e perché egli si ritenga non colpevole. Accompagnato dal suo legale, l'avvocato Furgiuele, Caldoro ha consegnato al pm un dossier riepilogativo dell'attività della giunta negli ultimi 9 mesi in merito alle tre emergenze scoppiate a cadenza quasi trimestrale. «È stato un confronto sereno, durante il quale sono state rappresentate le nostre ragioni» ha detto l'avvocato « nelle prossime ore forniremo ulteriori informazioni e produrremo nuovi documenti che attestino la assoluta regolarità dell'azione della presidenza regionale in relazione alla vicenda rifiuti». Caldoro, infine, ha anche ribadito ai pm che la competenza ad aprire nuove discariche è dei sindaci e non del presidente della Regione. Non la vede così il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, che l'anno scorso sfidò, perdendo, proprio Caldoro per la presidenza della giunta regionale: «La Regione non ha approvato i criteri-guida per l'individuazione da parte delle Province dei siti da destinare a discarica. Né ha nominato commissari straordinari per individuare nuove discariche. È chiaro, quindi, che la responsabilità per le discariche non aperte è in capo all'organo titolare della nomina, cioè in capo a Caldoro». Un'accusa politica, non allineata a quella della magistratura. Poi l'affondo, in perfetto stile deluchiano: «Basta con il pulcinellismo della classe dirigente di Napoli e della Campania: con quale coraggio, dopo il disastro compiuto, si chiede aiuto alle altre Regioni?». Per il sindaco di Salerno, città che registra numeri record per la raccolta differenziata, la Lega avrebbe tutte le ragioni del mondo a mettersi di traverso, sebbene gli chieda «un atto di responsabilità istituzionale per la tutela dei cittadini e dei bambini napoletani» approvando il decreto che arriverà sul tavolo del Cdm dopodomani. Si vedrà. Via vai di politici in procura, si diceva. Infatti, mentre Caldoro entrava intorno alle 13,30, da pochi minuti era uscito da un ufficio al piano superiore del palazzo di giustizia, l'assessore all'Ambiente nonché vicesindaco Tommaso Sodano. L'ex senatore di Rifondazione è stato sentito per la seconda volta in pochi giorni come persona informata sui fatti. Quali? Questi: cosa non ha funzionato nell'accordo Governo-Regione del gennaio di quest'anno, come mai non sono stati realizzati gli impianti di smaltimento previsti e cosa invece non funziona in quello attivo di Acerra. Ma, soprattutto, in una sorta di “approfondimento giudiziario preventivo” i pm hanno chiesto a Sodano come intendano risolvere il problema visto che né lui né il sindaco De Magistris sono favorevoli ai termovalorizzatori. Sono da registrare anche le opinioni del procuratore di Napoli Giandomenico Lepore. Ospite ieri sera di “Otto e mezzo” su La7, ha parlato di P4 («i politici si sentono intoccabili») e di rifiuti: la camorra «non gestisce» l'emergenza rifiuti ma ciò non significa che non guadagni con la situazione attuale, ha detto. Intanto emergenza e tensioni restano alte, nonostante un lieve miglioramento della situazione. Ancora cumuli di rifiuti in fiamme tra Napoli e provincia: contro i 60 interventi eseguiti nella notte tra sabato e domenica, lunedì notte i roghi sono stati 48. di Peppe Rinaldi