Napoli nella monnezza dopo 15 anni rossi. Colpe? Di Caldoro
Il governatore, in carica dal 2010, indagato per epidemia colposa: "Non ci sto a pagare per le colpe di Comuni, Lega e camorra"
Alla fine rischia di pagare Stefano Caldoro. Il governatore della Campania, in carica dal marzo 2010, è indagato dalla Procura di Napoli per epidemia colposa in relazione all'ultima emergenza rifiuti del capoluogo campano. Il 'colpevole', dunque, non sarebbe il suo predecessore Bassolino, e nemmeno uno dei sindaci di Napoli, Rosa Russo Iervolino o il neo-eletto Luigi De Magistris, ma lui, Caldoro. Che infatti non ci sta e se la prende anche col governo. "Non voglio pagare per colpe d'altri", ha detto in conferenza stampa, per il comportamento "irresponsabile" della Lega Nord e per il boicottaggio della camorra. La difesa di Caldoro - Caldoro ha difeso la sua condotta: attraverso le intese istituzionali sono stati assicurati i trasferimenti della spazzatura del napoletano altrove. Avrebbe potuto firmare delle ordinanze, come dicono gli investigatori, ma ha preferito seguire, ha spiegato, la strada della concertazione con le altre province, anche per evitare contenziosi amministrativi che avrebbero causato la paralisi. Nel frattempo, però, da gennaio a oggi sono state 100mila le tonnellate di rifiuti del napoletano smaltite nel resto della Campania. Rifiuti prelevati in gran parte dal capoluogo che ha una produzione di circa 1.250 tonnellate al giorno e che ha un autosufficienza per appena 150 tonnellate. Quello che non si riusciva a "sistemare" in Campania perché gli impianti delle altre province devono trattare innanzitutto i rifiuti locali, veniva trasferito fuori regione. Operazione bloccata, però, pochi giorni fa da una sentenza del Tar. Caldoro, ripete, ha fatto quello che era giusto fare. Ora, però, si trova "a pagare le colpe di 15 anni di inadempienze e responsabilità dei comuni, responsabilità anche perduranti ancora oggi; a pagare le colpe dei ricatti e del boicottaggio della camorra; rispetto ai comportamenti irresponsabili, di fronte a questa emergenza nazionale, della Lega Nord". "La Regione - ha concluso - ha fatto tutta la sua parte, avendo poteri minimi e residuali. I cittadini devono sapere dove sono le vere colpe e le responsabilità che sono ben lontane dall'ente Regione". Anche perché i sindaci "sono la massima autorità sanitaria. Per quale motivo Nola e Portici, ad esempio, riescono a superare le crisi tenendo le strade pulite?". Domanda da girare all'inquilino di Palazzo San Giacomo. Confronto dal pm - Oggi, lunedì 27 giugno, Caldoro sarà interrogato dal pm Francesco Curcio, che gli contesta il fatto di non aver predisposto le necessarie ordinanze per i trasferimenti extraprovinciali dei rifiuti a Napoli. A quanto si apprende, Curcio chiederà al governatore, assistito dal difensore Alfonso Furgiuele, di chiarire per quale motivo non abbia esercitato i propri poteri, al fine di far spostare la spazzatura in altre discariche campane. Il presidente della Regione, infatti è per legge considerato autorità sanitaria nei casi d'emergenza, proprio come i sindaci. Nel caso specifico, però, la Procura napoletana ritinene che l'ex sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, non avesse margini di manovra sufficienti per trovare soluzioni di emergenza, a causa dell'assenza di spazi nel territorio cittadino. Per questo Caldoro risulta essere l'unico indagato.