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Napoli soffoca tra i rifiuti... ma De Magistris fa 'ammuina'

"Tutto pulito entro mercoledì": missione fallita. Così De Magistris dimostra la sua 'stoffa' da ex pm e scopre l'acqua calda: "C'è lo zampino della camorra". I dipendenti Asia fingono di raccogliere i sacchi / Che voto date all'esordio del neo-sindaco?

Rosa Sirico
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A Napoli è stato d'emergenza, ma il sindaco Luigi De Magistris continua a coltivare la cultura del miracolo: "Libererò la città nonostante il tentativo di sabotaggio messo in atto in queste ore".  Intanto lo stato d'emergenza, per inciso, lo chiedono i parlamentari campani del Pd, che hanno presentato una proposta di decreto legge per un intervento straordinario del Governo. "È necessario - si legge nella nota- intervenire con urgenza per evitare una catastrofe e per tutelare la salute dei cittadini". Sulla gestione dell'emergenza, a Napoli si aprono tavoli di ora in ora, c'è un continuo di vertici notturni e diurni,  nel disperato tentativo di trovare una soluzione per evitare che la città venga sommersa (sempre più) dalla monnezza, dato che il piano del neo-sindaco -"città pulita in cinque giorni" - è naufragato ancor prima che si arrivasse alla scadenza da lui prospettata. L'ultima beffa arriva da un video di YouReporter in cui sono filmati i dipendenti dell'Asia mentre fingono di ripulire la strada dai sacchietti di rifiuti, raccogliendoli e riversandoli subito dopo sulla stessa strada. Voi cosa pensate degli esordi  di De Magistris come primo cittadino di Napoli?  Credete che sia adeguata la sua gestione  dell'emergenza rifiuti? Partecipate al nostro dibattito "L'ombra della camorra" - De Magistris però non indietreggia. Il sindaco pare una strordinaria miscela tra il Giovanni Drogo di Buzzati (che ne Il deserto dei tartari attende, invano e all'infinto, la sua grande occasione) e un San Gennaro malriuscito, perché il miracolo non si è realizzato, anzi. Così continua a predicare: "Napoli sarà liberata". Quindi tratteggia uno scenario inquietante, parlando dell'opera di sabotaggio messa in atto da "certi ambienti refrattari ad accettare la svolta politica che stiamo attuando nella città". Poi l'ex pm dimostra tutta la sua stoffa e l'inarrivabile fiuto: "Quando parlo di certi ambienti - precisa - non escludo ovviamente il crimine organizzato, perché non può sfuggire il dato che in alcune zone la raccolta dei rifiuti è stata possibile, mentre in altre no. Per questo sono stati segnalati episodi oscuri verificatisi negli ultimi giorni ed è stato disposto un maggiore controllo a garanzia dei mezzi preposti alla raccolta dell'immondizia". Insomma, De Magistris ci ha messo cinque giorni ha capire che la criminalità organizzata ha un ruolo nell'emergenza rifiuti: peccato che fosse cosa nota da anni. "Faremo da soli" - De Magistris poi annuncia: "Se ilgoverno, la Regione e la Provincia abbandoneranno Napoli a se stessa, i cittadini e l'amministrazione agiranno di conseguenza. Il sindaco, il vicesindaco Tommaso Sodano e tutta la Giunta stanno già lavorando a un piano alternativo fondato sull'autonomia della città che, senza se e senza ma, deve essere, e lo sarà, pulita dai rifiuti, anche per attuare quanto stabilito dalla prima delibera approvata in Giunta in merito all'estensione della raccolta differenziata a tutto il territorio cittadino", ha concluso. Provincia spazzatura - Tante parole, frasi che dipingono scenari inquietanti e che fotografano le difficoltà del sindaco, le cui promesse sono già evaporate come acqua al sole. E l'emergenza, tra le altre cose, non riguarda la sola città di Napoli. La morsa dei rifiuti tiene stretto anche l'hinterland, con una problematicità non meno drammatica. Il neo sindaco aveva detto lunedì sera: "Non mi allontanerò senza aver avuto la certezza che gli impegni presi nei giorni scorsi vengano rispettati da tutti". Ovviamente questi fantomatici impegni sono rimasti tali, sono rimasti soltanto sulla carta. Mentre al vertice di martedì mattina, De Magistris, non si è nemmeno presentato. Il vertice notturno - Dalla riunione in prefettura non sarebbero emerse grosse novità. Stando alle indiscrezioni, una vera e propria soluzione per affrontare l'emergenza, dopo il "no" di Caivano e di Acerra che non vogliono accogliere montagne di immondizia, non ci sarebbe ancora. Il piano di De Magistris, ora, sarebbe quello di supplicare altre province. Serrande abbassate -  Da giorni la sua trattoria era assediata dai cumuli di spazzatura che, in pratica, ostruivano l'accesso al locale. Martedì, Vincenzo Coppa, il giovane titolare della trattoria Antica Capri ha chiuso la sua attività spiegando su un cartello affisso sulla serranda abbassata le ragioni del gesto: "Mi vergogno di stare aperto con questo scempio". Una notte di fuoco - A Napoli, intanto, è andata in scena l'ennesima notte di roghi e proteste. In via Toledo, i cittadini sono scesi in strada e con un rapido blitz hanno rovesciato i cassonetti e sparpagliato i cumuli di immondizia  fino a realizzare delle barriere che impedivano il passaggio. Cumuli di spazzatura sono stati incendiati alla Riviera di Chiaia e in via Roberto Bracco. Immondizia è stata riversata in strada in via Bixio e via Speranzella, mentre un blocco è stato organizzato alla salita Tarsia e in via comandante Umberto Maddalena, nei pressi dell'aeroporto. I miasmi - L'emergenza si aggrava e la puzza di marcio sta tenendo in scacco l'intera città. Ad Acerra ignoti hanno dato fuoco, in circostanze ancora da chiarire, a due autocompattatori di rifiuti nella zona Asi. Cassonetti sono stati posizionati e poi rimossi sui binari della ferrovia, sempre ad Acerra. Nella notte sono stati 25 i roghi di spazzatura che hanno richiesto l'intervento dei vigili del fuoco. Da alcune ore è in corso una manifestazione lungo la strada che dal centro di Napoli conduce al corso Vittorio Emanuele. In cima ai rifiuti i manifestanti hanno messo una bandiera italiana e hanno cantato l'inno di Italia. Sul posto è presente la polizia che sta dirottando il traffico. Un altro sit in è in corso in via Tarsia, con pesanti ripercussioni sul traffico anche in piazza Dante. La situazione -  Sono circa 2.360 le tonnellate di rifiuti ancora in strada a Napoli, e intanto si è arrivati al giorno che il neo-sindaco De Magistris e l'assessore all'Ambiente, Tommaso Sodano, avevano indicato come quello decisivo, come quello in cui, come per magia, la monnezza saraebbe scomparsa. La profezia, però, puntualmente non si è avverata. L'impresa di vedere Napoli "ripulita in 4-5 giorni", per la quale il neo sindaco aveva chiesto l'impegno incrociato di Comune, Provincia, Regione e Governo, al quale aveva chiesto il decreto per il superamento del blocco ai flussi regionali, è clamorosamente fallita.

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