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Cinquanta autisti per auto blu: ecco perché non aiutare Atene

Il crac della Grecia legato anche a vitalizi e sprechi infiniti: non possiamo soccorrere un governo che protegge baby pensioni e privilegi vari

Giulio Bucchi
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A proposito di austerity, di riforme e di tagli, da dove potrebbe iniziare la Grecia per guadagnarsi i nuovi aiuti promessi dall'Europa entro la metà del mese prossimo? Non c'è che l'imbarazzo della scelta. Basti dire, come già sanno tutti, che di 4,2 milioni di lavoratori (poco più di un terzo della popolazione totale) ben 750 mila sono dipendenti dello Stato. Facile è anche rispondere che sforbiciare i numeri è un conto, le persone è un'altro. Anche se poi si viene a sapere, tanto per fare un esempio, che in Grecia alcuni dipartimenti dell'Amministrazione pubblica vantano un sicuro primato mondiale, ben 50 autisti per ogni auto blu. Ecco, incominciamo da qui, verrebbe da dire. Certo anche loro dovranno pur mangiare, ma che fanno durante il giorno? Probabilmente si incontrano alla bocciofila con i giardinieri dell'ospedale Evagelismos, uno di più grossi e importanti di Atene. Di fronte al grosso edificio che ospita malati e reparti vari c'è un giardino con qualche pianta e aiuola. I maligni dicono che ci sono sì e no quattro arbusti. Forse è esagerato ma non si tratta sicuramente del Central Park di New York. Ebbene, perché le aiuole sian sempre fiorite e gli alberi ben curati, l'amministrazione pubblica ha assunto 45 giardinieri, sempre pronti a intervenire per tagliare una foglia di qua o estirpare afidi e cocciniglie di là. E questo, è bene sottolinearlo, nonostante l'ospedale chiuda regolarmente i suoi esercizi annuali in rosso. Non saranno stati 45 giardinieri a mandare in rovina la Grecia e nemmeno quelle 40mila pensionate che ricevono mille euro al mese a vita solo per essere figlie nubili di funzionari statali deceduti. Tanto per non avere dubbi Atene ha deciso di limitare il privilegio solo a quelle che non hanno ancora compiuto 18 anni, che tanto nubili lo sono quasi sicuramente. Ma sia ben chiaro che chi ha già il vitalizio, mica gli vien tolto, i diritti acquisiti non si toccano. Né si toccano i diritti di quelle 600 categorie professionali, di “professioni stancanti”, che vanno in pensione a 55 anni se sono uomini, a 50 se sono donne. Si parla di parrucchieri, perché sforbiciare non è facile (lo sanno appunto molto bene ad Atene), musicisti di strumenti a fiato, perché suonare il piffero mica è da tutti, o presentatori televisivi (da noi sarebbero tutti in pensione). Mica si parla di minatori. Il guaio è quando muore il congiunto e non si percepisce più il suo prezioso vitalizio. Ma anche qui c'è il rimedio. Almeno 4500 degli sfortunati si sono, fortunati loro, dimenticati di comunicarne il decesso cosicché hanno continuato a percepire i 16 mila euro che spettavano al defunto. La memoria l'hanno ritrovata solo quando lo Stato si è risvegliato dal letargo e ha ritrovato un po' di dignità: «Stiamo investigando su 9 mila centenari che percepiscono la pensione» disse a inizio giugno il ministro del Lavoro Luka Kasteli. Forse qualcuno di loro è morto, aggiunse. Ma allora dove tagliare? Trentamila euro di debito pro capite (per una popolazione di 11mila persone) arriveranno da qualche parte. Si dice, per tornare agli ospedali, che il materiale comprato dagli istituti greci costi 400 volte quello comprato da quelli britannici. Eppure non risulta che nelle sale operatorie di Atene si usino bisturi d'oro. E non solo gli ospedali, lo stesso vale per altri istituti e uffici. Ne esiste uno, ad esempio che funziona ininterrottamente dall'inizio del secolo scorso, nato per sorvegliare le meraviglie del lago Kopais. Percepisce fior di euro dallo Stato ogni anno. Peccato che il lago Kopais si è seccato nel 1930 e da 81 anni di meraviglioso c'è soltanto l'ozio di chi lavora in quell'istituto. Sarà che un greco su quattro non paga un centesimo di tasse. Sono calcoli dello stesso ministero greco del Lavoro, mica della Merkel. E allora che si fa? Il taglio del 20 per cento degli stipendi dei funzionari, quello del 10 per cento delle pensioni di anzianità, l'aumento delle tasse. Tutto inutile. Qui non c'è da riformare la Grecia, ma rifarla da capo, partendo dai greci stessi. Perfino gli allibratori la danno già per spacciata. La Stan James paga il “sì” al default greco 1,22, contro il 3,75 del “no”. Il fallimento è dato a 2, mentre l'uscita dall'euro è pagata 2,25. Hai voglia aiutare la Grecia.   di Carlo Nicolato

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