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Bancarotta fraudolenta, finisce in manette Lele Mora: pressing delle toghe sul bunga bunga di Berlusconi?

In manette l'agente dei vip: spostamento di 8,5 milioni di euro. "Soldi in Svizzera, poteva fuggire" / LELE TRA PRIVATO E INCHIESTE

Giulio Bucchi
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La Guardia di finanza di Milano ha eseguito un ordine di arresto nei confronti dell'agente di spettacolo Lele Mora per bancarotta fraudolenta. L'agente è stato preso nel suo quartier generale in viale Monza a Milano. I magistrati gli contestano uno spostamento illecito di denaro da 8 milioni e mezzo di euro. I motivi dell'arresto - Le manette sono scattate in presenza del pericolo di fuga, di un inquinamento probatorio definito "di rilevante intensità" e del pericolo di reiterazione del reato, considerando anche i precedenti penali dell'agente. Nel motivare l'emissione dell'ordinanza cautelare, il gip di Milano ha sottolineato il pericolo di fuga giacché Mora già vive tra Milano e la Svizzera e proprio qui, inoltre, stando alla ricostruzione dei pm, Mora avrebbe trasferito cospicue somme di denaro. All'agente la procura contesta anche di avere continuato a svolgere attività imprenditoriale nonostante il doppio fallimento, quello personale e quello della LM Management. Ora Mora verrà messo sotto torchio per capire i movimenti della sua società. Inevitabile anche un collegamento alla vicenda del presunto prestito richiesto dall'agente a Silvio Berlusconi per intercessione di Emilio Fede. Da lì al caso Bunga Bunga il passo potrebbe essere breve. Si sa che a Milano e dintorni tutte le inchieste portano al Cavaliere. L'affaire Ruby e la cresta sul prestito di Silvio. L'intercettazione Mora-Emilio Fede Emilio in attesa - Il commento più atteso era, probabilmente, quello di Emilio Fede. Il direttore del Tg4, grande (ex?) amico dell'agente, ha chiuso così l'edizione del telegiornale delle 19: "Vedremo: la giustizia farà il suo corso, fidiamoci della giustizia. Quando un albero è caduto tutti vanno a fare legna, come dice un vecchio proverbio. Mora è stato un grande manager dove tutti andavano e faticavano per essere ricevuti. Prima la storia di Ruby, poi questa della bancarotta che si trascina da tempo hanno portato a una condizione molto triste. Leggi le interviste a Lele Mora: Il Lele privato: "Il mio sogno nel cassetto? Una 'casa famiglia' per aiutare i giovani che hanno bisogno" (da Gioia, novembre 2010) Il Lele delle inchieste: "Contro di me l'Inquisizione. Fede? Mai fatto la cresta" (di Alessandra Menzani, da Libero, febbraio 2011) Il fallimento della "Diana" - Il tribunale di Milano aveva già dichiarato, nell'aprile scorso, il fallimento personale di Lele Mora e anche della di una società immobiliare che a lui fa capo, la Diana di cui lo stesso Mora è stato definito il "dominus". L'agente delle celebrities, secondo quanto si leggeva nella sentenza del giudice Filippo Lamanna, versava "in un evidente stato di insolvenza - perché - tenuto conto che, pur essendogli stato concesso un termine di grazia nel corso del presente procedimento al fine di estinguere le sue obbligazioni, non ha potuto onorare il debito verso la LM Management srl, neppure nella misura di 1,2 milioni di euro da lui stesso riconosciuta, con ciò risultando inequivocabilmente dimostrato come egli non possa contare né su affidamenti e linee di credito da parte di terzi, né su mezzi finanziari propri per soddisfare regolarmente e con mezzi normali le proprie obbligazioni". Il fallimento personale - La richiesta di fallimento personale, il divieto per Mora di esercitare qualsiasi attività imprenditoriale, era stata avanzata dai pubblici ministeri Eugenio Fusco e Massimiliano Carducci nell'ambito di un procedimento fallimentare relativo alla bancarotta della sua società, la Lm Management, di chiarata fallita lo scorso 11 giugno per un passivo di circa 17 milioni. Anche il curatore fallimentare della Lm Management, l'avvocato Salvatore Sanzo, aveva presentato istanza di fallimento personale per il talent scout, che ha un debito con il fisco di circa 16 milioni a cui se ne aggiungono altri 4 di debiti con privati.

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