Signori respinge il "massacro": "Mai fatto scommesse illegali"
L'ex azzurro risponde alle accuse: "Su di me nomea sbagliata. Su 50mila intercettazioni non ce n'è neanche una mia, eppure sarei il capo dei capi. A qualcuno conviene..."
"Nessuna scommessa illegale, nessun assegno né soldi in contanti". Beppe Signori smentisce tutto e rifiuta il ruolo di 'capo dei capi' del calcio-scommesse targato 2011. L'ex attaccante di Foggia, Lazio, Bologna e Nazionale è arrivato teso ed emozionato alla conferenza stampa organizzata a Bologna per controbattere alle accuse mossegli fin qui dalla Procura di Cremona che sta indagando sul giro di scommesse e gare truccate tra Lega Pro, serie B e serie A. Un solo incontro - La difesa dell'ex Beppegol è totale: "Non ho mai ricevuto assegni o soldi in contanti, mai dato loro assegni o soldi in contanti. Questo lo posso dire con la massima tranquillità, non ho mai ricevuto né dato". Signori prende così le distanze dai personaggi che lo hanno coinvolto direttamente nell'inchiesta. Innanzitutto, i due commercialisti bolognesi Bruni e Giannone, con cui secondo l'accusa l'ex calciatore avrebbe avuto un incontro il 15 marzo sempre a Bologna. "Sono andato dai miei due commercialisti che mi hanno chiamato. Se questo può essere considerato un errore, ho commesso un errore andare a quell'incontro". Ma, precisa Signori, "non esiste nessun secondo incontro". Una serie di leggerezze e incontri sbagliati, dunque. Il 42enne ex attaccante non capisce "i motivi di questo accanimento, di questo massacro mediatico contro di me". Ci sono state 50mila intercettazioni - aggiunge in lacrime -. Non ce n'è neanche una su di me. Mi sono trovato in situazione da un giorno all'altro. Ci si basa sul fatto di avermi fotografato mentre salgo in uno studio". Nomea sbagliata - Signori sarebbe vittima di una nomea sbagliata, "di essere uno scommettitore incallito". "Io - sottolinea - scommesse illegali non ne faccio, non le voglio fare. A me piace scommettere legalmente, poi guardarmi la partita con un'enfasi diversa. Fare la sfida del Buondì Motta, è illegale? Queste sono le mie scommesse". La sfida del Buondì Motta, ecco il peccato originale di Signori, che da calciatore in un ormai lontano ritiro precampionato aveva scommesso con compagni di squadra e giornalisti di mangiare un Buondì entro trenta passi. Mai come oggi quel mondo, fatto di ritiri e precampionati, gli appare lontano. "In questo momento penso di allontanarmi da questo mondo del calcio. Avevo firmato due contratti (da opinionista sportivo tv e testimonial di un sito svizzero di scommesse, ndr), chiederò che vengano messi da parte". Tutto per colpa di troppo clamore intorno ad una persona che "non ha intercettazioni e sarebbe il capo dei capi. C'è qualcosa che stona, forse a qualcuno faceva comodo".