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Governo blinda il dl sviluppo: Camera, verrà posta la fiducia

Stralciati dal testo alcune misure inserite dalle commissioni. Protesta di Conte (Pdl): "Non può decidere cosa entra il Quirinale"

Andrea Tempestini
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Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha inoltrato alla Camera il maxiemendamento al decreto sviluppo, annunciando l'intenzione della maggioranza di porre la questione di fiducia. La decisione è stata resa nota da Rosy Bindi, presidente di turno dell'Assemblea di Montecitorio: la presidenza ha sospeso i lavori per vagliare l'ammissibilità del nuovo testo. Misure stralciate - Nel maxiemendamento presentato dall'esecutivo, risultano stralciate alcune misure che erano state inserite dalle commissioni nel decreto. Nel dettaglio, non figurano più il maxi-emendamento Pagano-Goifis, relativo ai precari della scuola, quello D'Antoni sull'utilizzo dei fondi Fas per il credito di imposta al sud, l'emendamento che imponeva una tassa sulla Tav in favore del servizio universale, due emendamenti sulla patente nautica e, infine, uno che introduceva la responsabilità dei giudici tributati nel caso in cui non avessero chiuso la pratica entro i 180 giorni stabiliti dal decreto stesso. La protesta - Al termine della breve seduta dell'aula, durante la quale è stato annunciato il deposito del maxiemendamento, Gianfranco Conte, onorevole del Pdl, non ha nascosto il suo disappunto: "Il Parlamento - ha dichiarato - esiste o non esiste: non può essere il presidente della Repubblica a decidere cosa entra o non entra in un provvedimento. Il Parlamento va tutelato". Conte ha annunciato una "lettera di proteste" inviata al Quirinale, perché da esso sarebbe partita l'iniziativa per chiedere lo stralcio delle norme approvate dealle commissioni.

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