Morta negli Usa Elena Bonner: era la vedova di Sakharov
Si è spenta a 88 anni la moglie del fisico, Nobel e dissidente sovietico. Dagli anni '60 l'impegno contro il regime comunista
Elena Bonner, moglie del fisico, Nobel e dissidente sovietico Andrei Sakharov, è morta all'età di 88 anni. Lo ha reso noto la figlia Tatiana Yankelevic specificando che la madre è morta a Boston, negli Stati Uniti, dove risiedeva da tempo. La Bonner, che fin dagli anni Sessanta si era apertamente schierata contro il regime comunista, aveva sposato Sakharov, il padre pentito della bomba all'idrogeno sovietica, nel 1972. Sakharov era divenuto dissidente in seguito ed è morto a 68 anni nel 1989. Elena Georgievna Bonner venne traumatizzata sin da piccola dall'uccisionme del padre, Alikhanov Gevork Sarkisovi?, capo dell'ufficio del personale del Komintern, fucilato il 13 febbraio del 1938. La madre, Bonner Ruf' Grigorevna, fu arrestata il 10 dicembre del 1937 e scontò 8 anni in un campo di lavoro correzionale nel Kazakistan. In seguito all'arresto di entrambi i genitori (che furono riabilitati nel1954) nel 1937 la Bonner si trasferì a Leningrado. Nel 1940 finì la scuola ed iniziò a frequentare i corsi serali della facoltà di lingua russa e letteratura dell'istituto pedagogico "A. I. Gerzen" di Leningrado. Partecipò alla guerra civile come volontaria nell'Armata Rossa, nel ruolo di infermiera e subì una grave contusione e una ferita, dopodichè lavorò come infermiera semplice e più tardi, nel 1943, come capo infermiera sul treno sanitario N.122. Nel 1971 venne riconosciuta come invalida di seconda classe della Guerra civile. Dal 1947 al 1953 Elena studiò all'Istituto di medicina di Leningrado. Dopo gli studi lavorò come medico. Elena Bonner oltre alla figlia, Tattjana (nata nel 1950) e un figlio, Aleksej (nato nel 1956), divorziò dal loro padre, Semenov Ivan Vasilevi, nel 1965. Nel 1972 sposò l'accademico Andrej Sakharov, il volto più noto della dissidenza. Lo sostituì nel 1975 alla cerimonia dell'assegnazione del Premio Nobel per la pace ad Oslo. Insieme a Sakharov fu relegata nella città di Gorkij.