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La trincea Alemanno-Polverini: "I ministeri non si toccano"

Renata auspica un intervento del Capo dello Stato per il discorso di Bossi e ribadisce: "Da domani raccolta firme". Gianni sta con lei

Andrea Tempestini
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"Non ho dubbi che nelle prossime ore ascolteremo una ferma presa di posizione del Capo dello Stato". E' sicura Renata Polverini, la presidente della Regione Lazio, nel commentare il discorso di Umberto Bossi a Pontida e le dichiarazioni sullo spostamento dei ministeri. "I 150 anni che stiamo festeggiando e che vedono una grande partecipazione di popolo - ha proseguito la Polverini - sono l'esempio di quanto questo Paese si riconosca nel valore dell'Unità, di quanto creda che la forza dell'Italia derivi dall'essere uniti". Secondo la presidente, Napolitano "tiene molto non tanto ai festeggiamenti, quanto a un Paese che pur con le sue diversità, e anche in un percorso di ferealismo, non deve mai dimenticare che per l'unità tante persone hanno perso la vita, e tanti anzi lavorano perché questa unità cresca. Ci aspettiamo dunque - ha concluso la Polverini - una presa di posizione importante, come quella del presidente della Repubblica". Raccolta firme - La Polverini, era già scesa in trincea per la difesa dei ministeri sabato, e ha ribadito che "da lunedì avvierò una raccolta firme, perché mi pare la Lega l'abbia confermata, insieme a chiunque voglia collaborare e abbia a cuore il destino della nostra regione e del nostro Paese. Io - ha aggiunto la governatrice del Lazio - sono animata da forte spirito democratico: se oggi la Lega vuole consultare il popolo, noi abbiamo il dovere di fare altrettanto". Alemanno sta con Renata - Con la Polverini si schiera il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. "Bisogna subito votare in Parlamento una mozione cheiara che interpreti ciò che è scritto sulla Costituzione. La Capitale è Roma - ha sottolineato -, non è possibile mettere in discussione questa realtà. I ministeri non si possono spostare. Se il governo tiene, bene. Se cade ne prenderemo atto", ha aggiunto il primo cittadino della capitale. Che ha concluso: "Per mantenere un governo non si può sacrificare una capitale. Non si può dire che sono solo buffonate, che hanno esagerato perché stavano a Pontida. Si è andati troppo oltre il limite".

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