Ahi, ahi, ahi, caro Vendola. Novello regista fa un film, e non paga le comparse africane. Rivolta contro Nichi
Cento somali in piazza dopo aver lavorato su un documentario sullo sfruttamento. Tra i produttori una società della Regione
La realtà che supera la fiction, e ti ritrovi in un film sullo sfruttamento dell'immigrazione clandestina nel quale a te somalo, ti dicono che sei un attore invece che il negro sfruttato e poi scopri che non è proprio così. È successo che un centinaio di nordafricani siano stati selezionati in un casting della Oz film, società di produzione barese (quella che ha scelto i cardinali per il morettiano “Habemus papam”). Il film si chiamerà “Il sole dentro”, sul traffico di uomini: i somali interpretano se stessi, persone sfruttate da gente senza scrupoli, disposta a tutto pur di fare moneta. Il regista ha calato così bene gli interpreti nella parte che questi “attori per un giorno” alla fine si sono ritrovati come nella sceneggiatura, usati e non pagati. Non saranno premi Oscar ma non hanno neppure l'anello al naso, e così si sono mossi in massa, bloccando una via del centro di Bari per assediare gli uffici di una delle società che produce il lungometraggio. Sono dovuti intervenire i carabinieri per ridurli alla ragione. Dopo alcuni rimpalli di responsabilità è arrivata la rassicurazione: saranno pagati a riprese ultimate. L'accaduto non gioverà certo al lancio del film, peraltro presentato una settimana fa dal presidente Nichi Vendola, che attraverso Apulia film commission risulta nel board dei produttori. È la seconda volta in una settimana che la “cultura” finanziata con fondi della Regione finisce al centro di polemiche: alcuni giovani attori hanno mandato una videolettera al governatore per denunciare di essere stati esclusi da uno stage organizzato dal consorzio Teatro pubblico pugliese (un'altra delle tante sigle attraverso cui Vendola spende ingenti quantità di fondi comunitari in comunicazione). PRESCELTI Doveva esserci una selezione e invece è stato pubblicato direttamente l'elenco dei prescelti. Nichi ha detto che manderà il video alla Procura perché accerti eventuali irregolarità o ravvisi gli estremi di una diffamazione: peccato che il presidente del Tpp abbia confermato, anche lui via Youtube: i partecipanti erano troppi, perciò abbiamo scelto noi per non perdere tempo con le audizioni. Accade di rado che qualcuno squassi la cappa di omertà che sovrasta il settore cultura in Puglia, dove sono sempre gli stessi i nomi che circolano (cioè: incassano). Afc e Tpp sono i casi più eclatanti. La prima ha un bilancio di quasi 5,8 milioni di euro l'anno che distribuisce al solito giro di case di produzione amiche. Per esempio Fandango: il direttore di Afc, Silvio Maselli, già responsabile della comunicazione di Vendola («Ci conosciamo da vent'anni»), ha lavorato lì prima che Nichi lo chiamasse a dirigere il carrozzone. Al suo vecchio capo, Giovanni Procacci, ne dà di soddisfazioni e di pellicole finanziate. LE OPERAZIONI Ma neppure Tpp scherza: ogni anno organizza il Bif&st, una sorta di cineforum come se ne facevano una volta nelle parrocchie o nei circoli del Pci, soltanto che la Regione sborsa 1,6 milioni per mandare in passerella qualche star, diversi assessori, e poi premiare “Mine vaganti” (Fandango, appunto) e l'autore degli spot elettorali di Vendola, Pippo Mezzapesa (sempre Fandango). Un mese fa Apc ha pagato al regista altri 130mila euro per il suo prossimo film. Inutile prendere il capitolo assunzioni e incarichi, settore in cui eccelle lo speciale casting vendoliano. Quando nel 2007 è nata la Apulia film, il personale è stato assunto per chiamata diretta: soltanto due anni dopo sono stati fatti bandi e selezioni. Il requisito per vincere il concorso era aver lavorato «per una film commission», una a caso. In pratica una stabilizzazione dei precari con la facciata della meritocrazia. Lo stesso Francesco Lopez, quello della Oz film, è uomo vicino all'assessore regionale alla Cultura, Silvia Godelli, forse sono parenti, sicuramente sono “compagni” di vecchia data. Al Tpp Vendola ha affidato la “Notte bianca” regionale, un paio di giorni di danze e balli, una manciata di nomi di grido e tanto riempitivo con artisti di strada per il modico importo finale di sei milioni di fondi europei (Teatro pubblico ne spende venti ogni anno). Il meccanismo è rodato: la giunta non gestisce direttamente, ma affida “in house” a fondazioni e consorzi della Regione, i quali spendono senza gare o altri impacci. Nel 2008 all'ufficio del Tpp che si occupa di presentare all'assessorato i progetti per accedere ai fondi Ue è stato assunto Marco Notarangelo, figlio di Bernardo, potentissimo dirigente regionale e braccio operativo dell'assessore Godelli che valuta i progetti. Sembra lo spot di quel Gratta e vinci, «ti piace vincere facile?». di Antonio Cantoro