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Il Cav parla? Anm bacchetta: "Stop a delegittimazione pm"

Caso P4, il sindacato delle toghe in difesa dei magistrati, con buona pace del linciaggio mediatico-giudiziario. "L'anomalia? Silvio"

Andrea Tempestini
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Silvio Berlusconi non può parlare. Pena, la ciclica bacchettata dell'Associazione nazionale magistrati, che bocciato il legittimo impedimento e confortata dalle difficoltà della maggioranza sente l'odore del sangue. L'Anm scende in campo in difesa dei pm da quelli che definisce gli "attacchi del premier e di altri esponenti della maggioranza". Secondo il sindacato delle toghe "assistiamo al solito metodo: ancora una volta si tenta di delegittimare i magistrati in indagini che possono in qualche modo investire la politica". Queste le parole scelte dal presidente dell'Anm, Luca Palamara, che ha replicato al giudizio negativo del Cavaliere sull'inchiesta condotta dal pm-prezzemolino John Henry Woodcock. "Lasciamo stare i magistrati - tuona Palamara -: la rilevanza penale dei fatti sarà valutata nelle sedi competenti", con buona pace del linciaggio giudiziario che va in scena in questi giorni. "Berlusconi la vera anomalia" - Al coro dell'Anm si è subito unita anche Magistratura democratica, la corrente di sinistra dei magistrati. "L'attacco del presidente del Consiglio all'inchiesta dei pm napoletani sulla P4 costituisce la vera anomalia del nostro sistema istituzionale", spiega il segretario dell'associazione, Piergiorgio Morosini. Berlusconi sostiene che questa sia l'ennesima inchiesta basata sul nulla, e Morosini risponde: "Questa la dice lunga sul rispetto delle istituzioni che hanno cerrti personaggi politici. Un atteggiamento che costituisce la vera anomalia del nostro sistema istituzionale". Il numero uno di Magistratura Democratica ammette che le vicende emerse nel caso della cosiddetta P4 "sono ancora tutte da verificare", ma "se dovessero essere confermate, i magistrati fuori ruolo che hanno utilizzato i loro contatti nella magistratura per condizionare azioni penali e di autogoverno delle toghe dovrebbero essere almeno espulsi dall'Anm". L'unica preoccupazione, insomma, è per i magistrati: chi finisce nel tritacarne mediatico-giudiziario, secondo Anm e Magistratura Democratica, è giusto che ci rimanga.

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