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Libia, Maroni chiama Nato: "Navi contro i clandestini"

Il ministro degli Interni rilancia il problema-immigrazione: "Bisogna intervenire subito con un blocco". Accordo tra Frattini e ribelli. Il Viminale: "Speriamo funzioni"

Giulio Bucchi
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Un blocco navale per fermare l'immigrazione clandestina dalla Libia. A rilanciare l'idea è il ministro dell'Interno Roberto Maroni, a margine di un incontro all'Univeristà dell'Insubria a Varese: "Credo che si possa intervenire già da subito chiedendo per esempio alla Nato, che schiera le navi davanti alle coste libiche per impedire l'ingresso di merci in quel Paese, di fare il blocco navale anche per le uscite. Sarebbe già una soluzione al problema". Accordo con Bengasi - Nel frattempo, il ministro degli Esteri Franco Frattini ha firmato oggi un accordo con il Consiglio nazionale di transizione dei ribelli di Bengasi per faermare gli immigrati che partono dalle coste del Nord Africa. "Può essere una cosa utile - commenta Maroni -, poi bisogno vedere come e se funziona". Il capo del Viminale ha spiegato che "c'è un incontro con la firma di questo impegno da parte loro per occuparsi dei clandestini o dei profughi che partono, sapendo come funzionano questi meccanismi". Maroni è poi tornato sul decreto che prolunga la permanenza degli immigrati nei Cie da 6 a 18 mesi: "Lo prevede la direttiva europea, quindi tutte le polemiche sono assolutamente infondate e consiglio a chi polemizza di andarsi a leggere il testo delle direttive, che noi abbiamo preso e adottato". Il decreto in questione è, ha aggiunto, "una risposta che ho voluto dare alla limitazione posta da sentenze che interpretavano le direttive europee in modo molto più favorevole ai clandestini rispetto alla nostra interpretazione".

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