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I viaggi di Louis Vuitton in mostra a Pechino

Dai bauli dell'800 alle cover per gli Ipad: la Cina e il marchio francese festeggiano i primi 20 anni insieme

Andrea Tempestini
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Viaggiare è un'arte? Potrebbe, ma l'atto primo del saper viaggiare, dell'organizzarsi ed esplorare il mondo, è quello di fare la valigia. O il baule. Louis Vuitton ci ha fatto la sua fortuna, con i bauli, prima ancora che con le richiestissime borse o con le collezioni lussuose,  intuendo la forma e il materiale che avrebbero cambiato per sempre il destino dei migratori, e aggiungendo poi un tocco fashion sufficiente a farli diventare uno status symbol universale e ad affermarsi, a distanza di oltre 150 anni dal suo debutto nel mondo della valigeria, come una delle griffe più importanti - e potenti- al mondo. Alla scoperta della Cina - Da piccola pelletteria a perno del colosso Lvmh, una cosa è rimasta invariata probabilmente, l'intuito del fondatore, che è ancora in qualche modo incastonato tra le pareti della casa di moda, dato che oltre aver fatto dell'arte di viaggiare uno stile di vita irrinunciabile condendolo del glamour sufficiente a convincere la Hollywood che conta a prestare la faccia – l'ultima, in ordine cronologico, Angelina Jolie, neo-testimonial del brand-  per promuovere la filosofia del marchio del monogramma più famoso al mondo, ha saputo rischiare nel momento giusto facendo dell'Asia, e in particolare della Cina, uno dei suoi poli commerciali strategici quando ancora si trattava di un Paese semi inesplorato dal fashion world. Un fiuto che è stato premiato dai numeri.  Solo 20 anni fa Louis Vuitton rischiava la sorte dando fiducia ad un mercato ancora poco battuto e apriva la sua prima boutique cinese, oggi  i negozi del marchio strategicamente disseminati per il Paese sono quasi 40, un numero importante che val bene una celebrazione ufficiale per festeggiare il ventennale di amore tra i consumatori cinesi e il marchio. Viaggi in mostra - Il Museo Nazionale di Pechino ospita fino al 30 agosto “Voyages”, viaggi appunto come quelli che hanno ispirato il fondatore della maison all'inizio del suo percorso professionale e che ancora oggi sono il fiore all'occhiello della casa di moda. La mostra ripercorre i successi di Louis Vuitton dall'esordio del marchio fino a toccare le scelte stilistiche più moderne al servizio della tecnologia più all'avanguardia. Ci sono i famosi bauli quindi -quelli che ancora oggi fanno gola ai fashion victim più accaniti e che vengono realizzati pazientemente a mano dai 185 artigiani che ad Asnières li confezionano secondo i segreti gelosamente custoditi della griffe  e tramandati di professionista in professionista-  ma anche le borse e persino le  cover per l'Ipad  raccolti in una suggestiva scenografia che sottolinea il tema del viaggio con mini mongolfiere-espositori  distribuite negli spazi espositivi del museo rinnovato di recente, pronti a raccontare ancora una volta al mondo la storia di una delle più  grandi griffe della moda internazionale. di Donatella Perrone

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