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Melania, gli inquirenti al buio Spunta soldatessa camorrista

Si chiama Laura Titta ed è in manette perché aiutava il boss Di Caterino in latitanza. Violenta e gelosa, era in servizio ad Ascoli

Rosa Sirico
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Brancolano nel buio gli inquirenti della procura di Ascoli che indagano sull'omicidio di Melania Rea. I giorni scorrono, ma non c'è una pista che indichi la soluzione del giallo. Ora spunta la soldatessa in odore di camorra, in servizio in quel 235esimo reggimento di Ascoli Piceno dove lavora Salvatore Parolisi. Una donna violenta, aggressiva e molto gelosa, riferiscono fonti investigative. Gli arresti - Martedì, undici persone sono state arrestate nell'ambito di una operazione anti camorra eseguita dai carabinieri del gruppo di Aversa. In manette è finita  anche una soldatessa di 25 anni, Laura Titta, che avrebbe aiutato nel corso della sua latitanza il boss Emilio Di Caterino, arrestato nel 2008 a Terni e ora collaboratore di giustizia. Proprio da quell'arresto è nata l'indagine che ha portato  agli arresti delle persone che avrebbero dato appoggi logistici ai latitanti, fornito loro il cibo, le auto per gli spostamenti e i rifugi dove nascondersi. La soldatessa -  Laura Titta per gli inquirenti si occupava di biancheria e vestiario del boss - braccio destro di Giuseppe Setola-  e di accompagnare da lui un'amica. Un rapporto così stretto da coinvolgerlo nelle sue vicende di cuore e da chiedergli di punire i fidanzati che si comportavano male. Sulla gamba, Laura ha un tatuaggio con scritto 'terrorista'  e di lei hanno cominciato a occuparsi ora anche i magistrati di Ascoli. Dall' inchiesta emerge la figura di una donna violenta, aggressiva e molto gelosa: le minacce di morte a un ex fidanzato, i raptus di gelosia impongono un approfondimento.  

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