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Pallone marcio.Paoloni ora nega tutto: "Mai avvelenato compagni o giocato per perdere"

Calcio-scommesse, il portiere interrogato si fa passare per millantatore. Le mani degli investigatori su documenti scottanti. Maroni presenta la task-force

Andrea Tempestini
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Il pentolone non si è scoperchiato. O almeno non l'ha fatto Marco Paoloni, l'ex portiere della Cremonese da cui è partita l'inchiesta sul calcio-scommesse che sta sconvolgendo il pallone italiano. Oggi è stato il giorno del suo interrogatorio alla Procura di Cremona e gli inquirenti speravano in qualche succosa ammissione. Invece niente. Davanti al procuratore Roberto Di Martino, il calciatore ha negato tutto. Sotto torchio per oltre sei ore, Paoloni "ha chiarito la sua posizione - ha spiegato l'avvocato Emanuela Di Paolo - e ha sempre tenuto in mano la foto della moglie e della figlia". La linea difensiva è apparsa subito chiara: passare per un millantatore. "Non ho mai mosso un dito per far perdere le mie squadre", ha spiegato ammettendo di fatto di essersi fatto grande davanti agli scommettitori, spacciandosi per il giocatore del Lecce Daniele Corvia. Paoloni, in pratica, si sentiva braccato dal gruppo di scommettitori ai quali doveva una ingente somma di denaro a seguito di un addebito contratto con loro negli anni scorsi. Millantatore e sfortunato: assicurava di poter far perdere la proprie squadre, ma in realtà "non ho mai fatto nulla per questo e se in qualche occasione ho subito qualche gol sospetto è frutto della casualità del calcio". Smentita secca anche sull'episodio più tragicomico del lotto, l'avvelenamento per sonniferi ai suoi compagni della Cremonese, prima di una partita contro la Paganese del 14 novembre 2010, nel campionato di Lega Pro: "Non ho mai somministrato ansiolitici come il Minias, qualcuno mi voleva incastrare". Il ritratto che esce dall'interrogatorio-fiume, dunque, è quello di un Paoloni assediato dai creditori e disperato, al punto di inventarsi soffiate pur di respirare un po'. La grafica: il riassunto della vicenda e la "selezione scommettitori" I pizzini - Gli inquirenti hanno nel frattempo messo le mani su bigliettini con fitte annotazioni, agende che riportano appuntamenti, numeri di telefono e trasferimenti di denaro. Il materiale, al vaglio degli investigatori, accuse Beppe Signori, o meglio 'Beppe 200 gol', come viene chiamato nelle intercettazioni telefoniche. I reperti sono stati trovati tra i documenti di Massimo Erodiani, lo scommettitore, di Marco Paoloni, l'ex portiere della Cremonese, di Marco Pirani, il dentista, di Manlio Bruni e Francesco Giannoni, i commercialisti, e di Antonio Bellavista, l'ex capitano del Bari. Le carte sequestrate sono una montagna. Vengono definite "pizzini": fogli piegati e inseriti nelle agendine degli inquisiti. La procura non ha esitato a definire "illuminanti" i particolari che i fogli svelerebbero, mentre sono stati definiti "interessanti" i particolari scritti sulle agende su cui ha messo le mani il pool. Beppe Signori, però, dopo il primo interrogatorio continua a negare il suo coinvolgimento, a differenza di quanto hanno fatto gli altri personaggi torchiati negli interrogatori di Cremona. Gli investigatori, al contrario, sono sempre più convinti della validità del quadro accusatorio che vede al centro l'ex centravanti della nazionale di Arrigo Sacchi. Signori, però, nelle migliaia di pagine che raccolgono le intercettazioni compare pochissime volte. Secondo la Procura c'era un vero e proprio divieto: il suo nome non poteva essere fatto. Una conferma è arrivata dalla frase del suo commercialista: "La sera dell'incontro nello studio uscimmo prima noi, e poi lui, che non voleva farsi vedere con noi". Varata la task force - Lo scandalo calcio-scommesse ha provocato l'immediata risposta del Viminale, che ha varato un'unità investigativa permanente, composta da esperti del ministero dell'Interno e dell'Economia, delle forze dell'ordine, dell'antimafia e del mondo sportivo. Roberto Maroni, il minitro dell'Interno, al termine del vertice - a cui hanno presenziato il presidente del Coni, Gianni Petrucci, e il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete -  ha annunciato che il prossimo lunedì verrà formalizzato il provvedimento che istituisce l'unità. La prima riunione della task force si terrà la prossima settimana. "All'unità investigativa - ha spiegto Maroni - sarà affidata l'opera di prevenzione sulle combine, quale centro unificato per raccogliere tutte le informazioni e valutare le segnalazioni dei concessionari a proposito di flussi anonimi per un eccesso di scommesse su singole partite di calcio o altri eventi sportivi". Le squadre interessate categoria per categoria

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