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Ferragamo, tacchi colti e ispirazioni artistiche

In mostra a Firenze il genio di Ferragamo svela la fonte della sua ispirazione. Ancora una volta il mondo dell'arte gioca il ruolo di protagonista nella favola che scandisce la storia del costume

Giulio Bucchi
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Una storia d'amore tra una donna e un paio di scarpe scoppia sempre così: una vetrina, un paio di sfavillanti tacchi in esposizione ed un colpo di fulmine. In questo modo nella quasi totalità dei casi nasce una relazione di fedeltà che rimarrà tale fino alla successiva  infatuazione. Ma dietro a quella scelta, dietro a quell'appassionato innamoramento potrebbe nascondersi una vena colta inconsapevole. E' che alle volte le scarpe potrebbero a buon diritto essere considerate veri e propri oggetti di design, sculture in miniatura, condite magari di pennellate vibranti.  Spogliati della scontata vena commerciale perfino un paio di tacchi possono guardare al mondo dell'arte e riconoscere un disegno di Andy Warhol o un quadro di Sonia Delaunay, specie se l'etichetta annuncia il nome di uno shoe designer d'eccezione, Salvatore Ferragamo. IL CALZOLAIO DEI SOGNI -  Le dive lo chiamavano "il calzolaio dei sogni" e di sognanti piedini ne ha calzati un'infinità, specie tra le celebrities della Hollywood nascente. Sapeva rendere bella una donna partendo dalla punta dei piedi ma per farlo cercava ispirazione nel mondo dell'arte. Pittura, scultura, architettura, design nelle sue mani diventavano validi alleati, strumenti di lavoro capaci di definire la sua creatività. Da questa associazione tra arte e calzature d'autore nasce l'idea della mostra Salvatore Ferragamo - Ispirazioni e visioni, ospitata a Palazzo Spini Ferroni, centro nevralgico di Ferragamo fino al 12 marzo 2012. Il percorso espositivo, accostando 99 modelli realizzati dallo shoe designer tra gli Anni 20 e la fine degli Anni 50 a 149 opere d'arte – provenienti da collezioni italiane (per lo più fiorentine) ma anche internazionali - ancora una volta prova a spiegare la moda partendo da un diverso punto di vista, quello delle sue radici artistiche, indagando anche sull'inarrestabilità del flusso creativo. L'IMPRINTING COLTO DEI TACCHI ALLA MODA - Il futurismo, Giò Ponti, Thayaht. Accomunare nomi di prestigio del mondo dell'arte o correnti particolarmente fortunate ad un accessorio, ad un abito, perfino ad una calzatura può sembrare una forzatura azzardata, eppure ad uno sguardo attento non può sfuggire l'imprinting che alcune delle collezioni di Salvatore Ferragamo esibiscono come un vanto, tanto da diventare a loro volta oggetto di studio e fonte di ispirazione per artisti e designer emergenti.  In quest'ottica si spiega anche l'inedito parallelismo che affianca le pregiate calzature dall'ispirazione colta di Ferragamo agli eccentrici cappelli di Stephen Jones, hat designer inglese che con il genio della calzatura condivide il culto dell'alto artigianato e l'amore per la sperimentazione, e che in occasione della mostra ha scelto 30 pezzi dal suo archivio affiancandoli a tre nuove creazioni ispirate ad altrettante realizzazioni che simbolicamente hanno segnato la creatività di Ferragamo: una calzatura con la zeppa multicolor creata nel '38 per Judy Garland, la celebre zeppa "ad F" ideata nel '47 che accompagnò gli abiti New look di Dior a Dallas e la calzatura con tacco a gabbia. di Donatella Perrone

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