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Pisapia e Pd, che inizio: è già rissa per le poltrone

Giunta, neosindaco rimanda formazione: promessa 50% donne non si mantiente. E i democratici già lo avvertono

Andrea Tempestini
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Sono anzitutto il ruolo di Stefano Boeri e il nome del presidente del Consiglio comunale a far sì che, pronti via, il primo confronto tra neosindaco di Milano e coalizione, martedì sera, si concluda con un rinvio, per evitare che dal nulla di fatto si cada nello scontro. «Dieci giorni», dice l'assessore in pectore Pierfrancesco Majorino. E il Pd, attraverso il segretario metropolitano Roberto Cornelli e Stefano Larforgia, da un lato richiama i propri esponenti a tenere lingua e ambizioni a freno, dall'altro fa presente che «l'espressione politica dei partiti» sta nelle rispettive pattuglie in Consiglio comunale e non negli uomini in giunta. Forte di 20 su 29 consiglieri della maggioranza, il Pd lascia così quasi prefigurare un commissariamento politico del sindaco: ha vinto lui, certo, ma senza i voti del Pd in aula non va avanti (Pierfrancesco Maran, capogruppo pd in pectore, si esercita intanto nel silenzio per prendere dimestichezza con una stampa con cui teme di fare gaffe). Un modo, forse, anche per ottenere quanto i democratici vuole avere in giunta. Non meno di 6 assessori, eventualmente anche esterni al partito ma indicati da questo, è la soglia di partenza della trattativa. Altrimenti, si sente dire in via ufficiosa, «ci sarebbe qualche problema». In ribasso, nel partito, le quotazioni dell'ex consigliere oggi deputata Marilena Adamo come vicesindaco: ci sarebbero forti pressioni da Roma perché seconda cittadina sia Barbara Pollastrini. Invece nel Pd è molto forte il desiderio di marcare il proprio ruolo di perno della vittoria di Pisapia attraverso la nomina di Boeri quale alter ego del sindaco. Il maggior numero di preferenze quale consigliere comunale (Berlusconi a parte) e i dubbi dei militanti sui social network - che un tandem Pisapia (62 anni) Adamo (61) non sia in linea con una rappresentanza consiliare giovane (l'età media, nelle fila pd, è di 37 anni) - non hanno tuttavia fatto fare retrocedere Pisapia, anche per via della reazione femminile alla promessa sotto elezioni di una giunta al 50% rosa, a partire dal vice. Expo, Infrastrutture e Cultura le contropartite ipotizzate se Maria Grazia Guida, direttrice della Casa della Carità, sarà preferita a Boeri come vice. C'è però l'ostacolo dell'articolazione della giunta ideata da Pisapia, che per quelle 3 deleghe prevede 3 distinti assessorati. Intanto, in attesa di trovare le 6 donne assessore con cui realizzare la promessa delle quote rosa, il verde Carlo Monguzzi si fa largo come assessore all'Urbanistica. Due settimane per varare la squadra, secondo i pronostici di Pisapia. Ma sindaco e Pd sono distanti pure sulla presidenza del Consiglio. Candidato naturale in quanto veterano è Basilio Rizzo, però il Pd punta su Andrea Fanzago anche per dare voce alla componente cattolica. A complicare il quadro c'è Manfredi Palmeri, che la settimana prossima vedrà il sindaco e che ieri ha rilanciato - «Deciderà il Consiglio» - le ambizioni di tenere il posto degli ultimi 5 anni. Una parte del Pd, in un'ottica nazionale e guardando alla crisi del Pdl,  punta su di lui; altri obbiettano però che Palmeri non ha detto chiaro e tondo ai suoi di votare Pisapia al ballottaggio. Dunque adesso non avrebbe i titoli per incassare la “ricompensa” dell'avvocato diventato sindaco. di Carlo Sala

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