Nichi cambia il vento: "Ora più tasse per tutti"
In Puglia troppi buchi nel sistema sanitario: Vendola aumenta l'Irpef pure ai meno abbienti. Lunedì giurava: "E' una nuova era". Eccola
E' cambiato il vento. E' cambiato davvero, gridava lunedì dal palco improvvisato in piazza Duomo Nichi Vendola. Il leader di Sinistra e Libertà arringa la folla e prepara la sua scalata ai vertici del Partito Democratico. E quindi l'attacco a Palazzo Chigi. Perché quel vento che cambia è carne e ossa, ed è proprio Nichi Vendola. Oggi, però, il suo feudo è solo e soltanto la Regione Puglia. E' in Puglia che Vendola decide, e dalla Puglia arriva un chiaro avviso su che cosa possa significare Vendola al governo: tasse più alte. Da oggi, martedì 31 maggio e per tutto il 2011, la Regione aumenta l'addizionale regionale sull'Irpef: ecco la ricetta di Nichi. SANITA' FA ACQUA - Nichi spiega che la manovra servirà a colmare la parte non coperta dal disavanzo sanitario maturato nel 2010, che tradotto significa: la sanità pugliese fa acqua da tutte le parti e per metterci una pezza si ficcano le mani nelle tasche dei contribuenti. Così Nichi prende la penna e firma il decreto: con la massima urgenza, perché deve essere pubblicato nella Gazzetta Ufficiale entro il 31 maggio. Pena, altre sanzioni. SINDACATI CONTRO NICHI - Anche i sindacati hanno fatto la guerra al buon Vendola, e così le sigle hanno ottenuto che il provvedimento venga modulato in modo tale che l'aggressività fiscale non morda le tasche dei meno abbienti. O che quantomeno dia loro un po' di tregua. Parlano però le cifre: l'aumento dell'Irpef sarà dello 0,30% per i redditi che non superano 28mila euro, dello 0,50% per chi invece guadagna di più. Ma considerando pure la base ordinaria dello 0,90 prevista dalle norme statali, complessivamente, l'Irpef arriva all'1,20% per i redditi fino a 28mila euro e all'1,40% per quelli superiori. 'NIET' AI PIU' POVERI - I sindacati chiedevano l'esenzione totale delle fasce di reddito più basse, ma Nichi - l'uomo del popolo - ha detto di no. Niet. "Aumentare l'Irpef solo sulle fasce più alte non avrebbe consentito di colmare la parte non coperta dal disavanzo sanitario", hanno spiegato gli assessori al Bilancio, alla Salute e al Programma della Regione Puglia. Quindi anche i più poveri dovranno contribuire a coprire quello che in politichese si chiama "disanvanzo sanitario" e che in parole povere si chiama "buco in bilancio". Il "disavanzo" da coprire ammonta a 93,6 milioni, ai quali se ne aggiungono altri 8,4 a scopo prudenziale: un totale di 102 milioni (la cifra totale arriva a 335,5 milioni).