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Pisapia contro Grillo e Nichi. Ma non erano amici?

Giuliano mette al suo posto Vendola: "Ascolti invece di parlare". Beppe lo chiama "Pisa-pippa". Lui: "Non conosce la realtà"

Andrea Tempestini
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La storia d'amore tra Giuliano Pisapia e i guru del movimentismo italico è già finita. O forse non è mai davvero nata. A meno di 24 ore dalla trionfale elezione del rifondarolo a sindaco di Milano, ecco che l'avvocato si trova già a fronteggiare da una parte l'assalto di Nichi Vendola e le accuse di Beppe Grillo. Il primo, alle 19 di lunedì pomeriggio, è salito sul palco di piazza Duomo per prendersi la scena. Lui, leader di Sinistra ecologia e libertà, è ufficialmente il leader di Pisapia ma mai si sarebbe immaginato una vittoria così squillante. Ecco perché il pugliese Nichi è partito lancia in resta alla conquista di un perplesso popolo arancione, senza Giuliano accanto. "A Nichi Vendola voglio bene. Ma quando va in una città che non conosce dovrebbe ascoltare più che parlare", ha suggerito piccato il neo-sindaco, desideroso di riprendersi ciò che è suo, davanti alle telecamere di Telenova. GRILLI PARLANTI - Ben più acido il commento, a freddo, di Beppe Grillo. "Con Pisa-Pippa non cambierà nulla", ha tuonato sul suo blog il padrino del Movimento 5 stelle, cui non è andata giù la vittoria del centrosinistra, "uguale al centrodestra, fanno parte del sistema". "Grillo talvolta parla senza conoscere la realtà", la replica di Pisapia, sempre a Telenova. Secondo il numero uno di Palazzo Marino, sono stati decisivi i tanti voti ricevuti al secondo turno, anche dai giovani del Movimento 5 stelle: "Quando si fanno proposte serie si raccoglie il voto anche dei grillini". "DIMISSIONI" - In realtà Pisapia non deve affrontare gli assalti solo di Vendola e Grillo, ma anche del Pd cui non è parso vero poter cavalcare l'onda della vittoria e appropiarsi di un candidato per così dire 'esterno'. E così il capogruppo alla Camera Dario Franceschini ha chiesto le dimissioni di Silvio Berlusconi e del suo governo perché "la nuova maggioranza è stata sconfitta dal voto degli elettori, è minoranza il tutto Paese". Il Partito Democratico, insomma, non esita a farsi portavoce delle istanze dell'opposizione dopo la vittoria al ballottaggio. Il dubbio, semmai, sorge dal fatto che la tanto decantata vittoria dell'opposizione è arrivata con due candidati che, semmai, il Partito Democratico lo hanno sconfitto, come De Magistris a Napoli e, appunto, Pisapia a Milano. Che si dovranno guardare dagli amici.

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