Antonveneta, per Fazio condanna: quattro anni
Scalata, ex governatore Bankitalia accusato di aggiotaggio: anche 1,5 mln di risarcimento. A Consorte 3 anni, per Fiorani 1 e 8 mesi. A Unipol confisca 39 mln
I giudici della seconda sezione penale del tribunale di Milano hanno condannato l'ex governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, a 4 anni di reclusione e un milione e mezzo di multa per aggiotaggio nel processo sulla tentata scalata ad Antonveneta. La pena è maggiore rispetto ai tre anni che erano stati chiesti dalla Procura. E' la prima volta che un governatore della Banca d'Italia viene condannato in un processo penale. Condanna anche per Giovanni Consorte a tre anni di reclusione, la stessa pena a cui è stato condannato il suo vice, Ivano Sacchetti. Per Giampiero Fiorani, l'ex numero uno della Banca Popolare italiana, condanna a un anno e otto mesi di reclusione. Antonio Fazio, al telefono con i suoi legali, ha lapidariamento commentato la sentenza di condanna: "Ho operato sempre per il bene". La scalata Antonveneta: dalle indagini del 2007 alle condanne - Leggi tutte le tappe LA CONFISCA - I giudici della seconda sezione del tribunale di Milano hanno stabilito una pena a due anni e otto mesi di reclusione anche per il parlamentare del Pdl, Luigi Grillo, mentre è stato assolto Francesco Frasca, l'ex capo della vigilianza di Bankitalia, per il quale i magistrati meneghini avevano chiesto la condanna per aggiotaggio. Le toghe hanno anche stabilito la confisca a Unipol di 39,6 milioni di euro e hanno imposto alla banca il pagamento di una sanzione pecuniaria di 900mila euro. Unipol è stata giudicata colpevole di aver violato la legge 231 del 2001, che impone alle società di predisporre modelli organizzativi per prevenire la commissione di reati da parte dei dipendenti. Per lo stesso motivo, è stata condannata a una multa di 360mila euro la società Nuova Parva Spa. PRONTO L'APPELLO - "E' una sentenza che riteniamo ingiusta nel merito e nelle dimensioni e che, per certi aspetti, ci sconcerta". Questo il commento dell'avvocato Roberto Borgogno alla condanna di 4 anni di carcere al suo assistito, Antonio Fazio. Il legale ha preannunciato che farà appello e ha aggiunto che "la sentenza dovrà essere rivista. Hanno pesato eveidentemente le dichiarazioni di Fiorani che, però, in questo processo ha rivelato tutta la sua piena inattendibilità". Fazio, inoltre, è stato interdetto dai pubblici uffici dai giudici. Secondo il suo legale, c'è anche una "grave incongruenza" tra la condanna dell'ex governatore e l'assoluzione dell'ex capo della vigilanza, Francesco Frasca. "FIORANI HA DETTO VERITA'" - Carlo Cicorella, che insieme a Michele Apicella compone la coppia di legali che difende Fiorani, ha spiegato che quello del suo assistito "non è stato un racconto inventato ed evidentemente ha convinto il tribunale". L'avvocato Cicorella ha poi aggiunto, riferendosi alla sentenza, di "non potersi lamentare", poiché il verdetto è in linea "con quello che era il trend di tre anni fa". La pena inflitta, infatti, è in continuazione con i tre anni e tre mesi già patteggiati nell'ambito della stessa vicenda, ma il reato contestato era quello di appropriazione indebita. LA REPLICA DI UNIPOL - "Unipol Gruppo Finanziario prende atto della sorprendente sentenza del Tribunale di Milano" che sabatao mattina ha stabilito la confisca all'istituto di 39,6 milioni di euro e il pagamento di una sanzione pecuniaria di 900mila euro. Secondo il difensore di Unipol, "si tratta di due decisioni, la condanna della società e l'ordine di confisca, che non tengono conto di quanto emerso nel corso del dibattimento circa l'impossibilità per Unipol di impedire condotte quali quelle contestate e della assoluta inesistenza di un profitto derivante dal reato. E comunque, sia la condanna che la confisca sono sospese in attesa del completamento dei successivi gradi di giudizio e sino a che l'odierna sentenza non sia pertanto passata in giudicato". "La Società - prosegue la nota - confida, pertanto, che già nel successivo grado di giudizio, i principi normativi, come riconosciuti dalla giurisprudenza della Corte di Cassazione, vengano riaffermati e, conseguentemente, venga riconosciuta la non colpevolezza di Unipol e la piena liceità della plusvalenza oggetto della sentenza del Tribunale di Milano".