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Cav a Obama: "Pm dittatori". L'Anm: "Molto grave"

Al G8 Berlusconi si sfoga col presidente Usa: "In Italia c'è dittatura delle toghe rossi". Palamara s'arrabbia: "No a strumentalizzazioni"

Giulio Bucchi
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"Noi abbiamo presentato la riforma della giustizia e per noi è fondamentale, perché in questo momento abbiamo quasi una dittatura dei giudici di sinistra". Il labiale colto tra Silvio Berlusconi e Barack Obama, al vertice G8 a Deauville, scatena un pandemonio. Il presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati, Luca Palamara, parte all'attacco del premier: "E' molto grave che questo sia accaduto all'estero, e che una fondamentale istituzione dello Stato venga denigrata anche agli occhi di uno dei più potenti capi di Stato al mondo. Noi non ci prestiamo a strumentalizzazioni legate alla campagna elettorale". "LEADER INFASTIDITI" - Ma il meglio lo danno i leader della sinistra. "E' incredibile. Mentre in Italia, come denunciano autorevolmente gli stessi vescovi cresce la rabbia dei poveri e l'angoscia per la situazione sociale del Paese e del Sud, ed invitano la politica ad essere più seria, l'attuale capo del governo non trova meglio di niente che infastidire i leader mondiali con le proprie ossessioni". Per il numero uno di Sel Nichi Vendola, insomma, Berlusconi è più simile a uno stalker che a un presidente del Consiglio. "Oggi Berlusconi è riuscito a togliere due minuti del G8 a Obama per dire che il problema degli italiani sono i giudici rossi - incalza Pier Luigi Bersani, segretario del Pd -. E' da un po' che glielo dico: quanto dovranno governare prima di dire che i problemi sono colpa loro? Forse Berlusconi chiederà ad Obama l'intervento della Nato". Più serio Pierferdinando Casini, leader dell'Udc e terzopolista con Fini e Rutelli: "Mi sembra che stiamo veramente perdendo il senso delle dimensioni". Poi una timida difesa dell'ex alleato: "Chissà cosa gli ha detto e che non avete sentito", ha detto ai giornalisti.

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