Yemen in guerra civile: 28 morti in deposito armi
Sana'a, l'esercito contro le forze dell'opposizione: decine di vittime. Presidente Saleh ordina arresto Sadiq. Usa. "Sgombero ambasciata"
Precipita la situazione nello Yemen. Almeno 28 persone sono morte nell'esplosione di un deposito di armi nella capitale Sana'a. Tra le vittime ci sarebbero diversi militari, ma al momento non è ancora chiara la natura della deflagrazione. Quel che è certo è che a Sana'a si sta scatenando una vera e propria guerra civile. Nella notte di mercoledì sono state decine le vittime degli scontri tra i soldati dell'esercito, fedeli al presidente Ali Abdullah Saleh, e i miliziani della tribù dello sceicco Sadiq al-Ahmar. Lo ha annunciato un funzionario del governo yemenita citato dalla tv satellitare al-Arabiya. Alcuni testimoni oculari, citati invece dalla concorrente al-Jazeera, sostengono che nei combattimenti della notte l'abitazione dello sceicco al-Ahmar è stata danneggiata gravemente. Il bilancio totale delle violenze iniziate lunedì supererebbe abbondantemente i 70 morti. AMBASCIATE IN FUGA - I combattimenti sono esplosi nella notte nella zona di Arhab, a nord dell'aeroporto internazionale di Sana'a. L'aeroporto è stato chiuso e i voli dirottati verso Aden, nel sud dello Yemen. Da lunedì le forze di sicurezza fedeli a Saleh, che rifiuta di dimettersi malgrado gli appelli della comunità internazionale, stanno assediando la residenza dello sceicco Sadiq al-Ahmar, capo della tribù degli Hashed e dell'opposizione. Il presidente Saleh ha ordinato il suo arresto. Nel frattempo, l'ambasciata degli Stati Uniti a Sana'a ha invitato i propri diplomatici "non essenziali" a lasciare lo Yemen. Secondo quanto riferisce al-Arabiya, sono stati già evacuati i familiari del personale che lavora presso l'ambasciata. Per il Dipartimento di Stato americano "il livello di minaccia alla sicurezza in Yemen è molto alto a causa delle attività terroristiche e delle rivolte civili che coinvolgono le maggiori città".