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Yara, questore a camera ardente: "Non mi arrendo"

Brembate si stringe intorno al feretro. Gli inquirenti: "Indagini continuano". Si riparte dal morso ai genitali e dal lembo di pelle/ FOTO

Giulio Bucchi
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E' iniziata la giornata di Yara Gambirasio. La camera ardente allestita nella casa di riposo Serena di Brembate Sopra per il feretro della 13enne scomparsa lo scorso 26 novembre scorso e trovata uccisa tre mesi dopo in un campo di un paese vicino, è stata aperta al pubblico giovedì mattina alle 8. In decine stanno porgendo l'ultimo saluto. Una piccola folla di una cinquantina di persone si era radunata davanti alle transenne già prima dell'apertura della cappella, dove è stata collocata la bara bianca con le spoglie della ragazzina. Accanto al feretro ci sono mazzi di rose bianche e calle e una grande fotografia di Yara sorridente. C'è anche un disegno ad acquarello del fratello più piccolo che raffigura una bambina in un prato verde. PREGHIERA COLLETTIVA - La commozione è grande: c'è chi prega, chi piange, chi alza la mano in un cenno di saluto. La camera ardente resterà aperta fino alle 20, stasera ci sarà una veglia di preghiera. Poi ancora camera ardente, venerdì, sempre dalle 8 alle 20. Sabato infine, alle 11, saranno celebrati i funerali nella palestra del centro sportivo del paese. "Preghiamo, affinchè le nostre preghiere tocchino il cuore dell'assassino. Un cuore duro, ma sappia, costui, che se finora è sfuggito alla giustizia degli uomini, non sfuggirà a quella divina". E' uno dei passaggi più toccanti dell'omelia di don Corinno Scotti, parroco di Brembate Sopra, durante la messa celebrata questa mattina nella chiesa della casa di riposo. INQUIRENTI IN VISITA - Anche gli inquirenti hanno fatto visita alla camera ardente dove è stata composta la salma di Yara. A metà mattinata sono arrivati il questore di Bergamo Vincenzo Ricciardi e il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Roberto Tortorella. Assieme a loro anche il presidente della Provincia Ettore Pirovano e il prefetto Camillo Andreana. "Davanti alla bara ho provato tantissima amarezza. Per le indagini ci vuole pazienza, ma noi non molleremo mai", ha detto il questore. MORSO ALL'ASSASSINO - Tuttavia, le indagini sembrano essere giunte a un punto morto. C'è il Dna del probabile assassino, quello estratto dal lembo di pelle rimasto impigliato nell'apparrecchio di Yara. La ragazzina, infatti, sarebbe stata rapita da due uomini mentre tornava a casa dalla palestra, caricata su una macchina e portata in un luogo ancora non identificato. Lì, sarebbe stata aggredita sessualmente, al punto da riuscire a mordere il suo aguzzino nell'area genitale e consegnare agli investigatori la prova regina, quella del profilo genetico, per identificare l'assassino. Eppure, nonstante i Dna di buona parte degli abitanti di Brembate sia stato schedato, non si è trovata alcuna coincidenza.

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