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Grecia, "ritorno a Dracma". Premier: 'Lasciateci in pace'

Ocse, bufera da Atene: "L'addio all'Euro ormai è sul tavolo". Papandreu: "Basta starci addosso"

Andrea Tempestini
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La Grecia sconvolge il forum Ocse e l'Eurozona. Prima, davanti alla platea di economisti, ministri delle finanze ed esperti del settore, è stato il premier George Papandreou a ribadire che Atene "sta facendo ogni sforzo giorno per giorno" per fare "quello che è necessario" per uscire dalla crisi e dal rischio-default, finendo in un lacrimevole: "Vi prego, lasciateci in pace". Se il primo ministro ha provato a scacciare gufi e avvoltoi, ha pensato però la Commissaria europea per la pesca, la sua connazionale Maria Damanaki, a riaccendere paure e dubbi: ""Lo scenario di una uscita della Grecia dall'Euro ormai è sul tavolo"."Sono obbligata a parlare apertamente - ha aggiunto la politica greca, membro del Pasok al governo, sul suo sito web personale -. Abbiamo la responsabilità morale di guardare al dilemma con chiarezza: o troviamo un accordo con i creditori in modo che il nostro programma di duri sacrifici abbia risultati, oppure torniamo alla dracma". Insomma, "la più grande conquista della Grecia nel Dopoguerra, l'euro e la presenza del nostro paese nel mercato europeo è in pericolo". OBIETTIVI DI BILANCIO - Il terremoto greco mette in secondo piano la 'promozione' della politica di bilancio del governo italiano. L'Ocse ha infatti invitato Roma a "implementare effettivamente" le riforme che l'esecutivo si è impegnato a realizzare. "Dopo aver ottenuto un deficit megliore del previsto nel 2010 - si legge nel rapporto dell'Ocse - il governo sta conseguendo gli obiettivi di bilancio prefissati per il 2011 e il 2012". Tuttavia l'Ocse invita in governo a "mantenere un drastico controllo delle spese e ad apportare ulteriori miglioramenti nelle entrate fiscali". "Questa vigilanza - spiega - è necessaria a causa dell'alto livello del debito, anche se scenderà nel 2012". L'Ocse comunque prevede un "probabile aumento dei costi del servizio del debito a causa dell'incremento a medio termini dei tassi di interesse a lunga scadenza". "Il Programma Nazionale di Riforme del governo - si legge nel rapporto - contiene un'impressionante lista di priorità per le riforme: queste vanno effettivamente implementate per rafforzare le potenzialità economiche finalizzate a ridurre il peso del debito attraverso la crescita". RAFFORZAMENTO NEL 2012 - La "lenta ripresa" economica dell'Italia "è previsto che continuerà" nel 2011, "con una crescita che è destinata a rafforzarsi di circa un punto e mezzo di Pil nel 2012". E' questa la diagnosi dell'Ocse nel suo Economic Outlook di primavera, nel quale rivede in leggero ribasso all'1,1% la crescita del Pil di quest'anno, contro il +1,3% stimato in autunno, lasciando invariata a +1,6% la previsione per il 2012. Secondo l'Ocse la buona domanda mondiale stimolerà le esportazioni e anche gli investimenti sono destinati ad accelerare. La disoccupazione calerà "solo in parte", attestandosi all'8,4% nel 2011 e all'8,1% nel 2012, meglio delle stime autunnali rispettivamente dell'8,5% e dell'8,3%. "L'iniziale miglioramento della domanda di lavoro - si legge nel rapporto - sarà assorbita da un ridotto utilizzo del lavoro a tempo". L'Inflazione crescerà dall'1,6% del 2010 al 2,4% del 2011, per calare all'1,7% nel 2012, "non appena diminuirà l'impatto dell'aumento dei prezzi dell'energia e dei beni alimentari". Per io 2011 'l'Ocse prevede un calo dello 0,2% dell'export, inferiore a quello dello 0,4% del 2010 e una ripresa a +0,4% nel 2012. "CRISI NON E' FINITA" - "La ripresa globale è sempre più in grado di auto-sostenersi e si espande", ma la "crisi ancora non è finita". L'economia globale "sta uscendo dalla recessione, ma non siamo ancora tornati al business as usual". E' questo, in sintesi, il giudizio che l'Ocse traccia nel suo Economic Outlook di primavera sull'andamento dell'economia mondiale, lasciando invariata rispetto a novembre, a +2,3%, la sua stima sulla crescita dell'area nel 2011, mentre per il 2012 prevede un rafforzamento della ripresa a +2,8%. Tuttavia per l'Ocse la crescita avverrà a velocità differenti, con le economie emergenti a tirare il gruppo e quelle avanzate un pò più indietro. Ma la crescita avrà punte diversificate anche all'interno del gruppo dei paesi più industrializzati. Per quanto riguarda l'area euro l'Ocse prevede un Pil in crescita del 2% nel 2011, meglio del +1,7% stimato a novembre e un altro +2% nel 2012. In evidenza soprattutto la Germania, la cui crescita è stimata del 3,4% nel 2011 e del 2,5% nel 2012, meglio della Francia (+2,2% e +2,1%) e della Gran Bretagna (+1,4% e +1,8%). Per gli Usa l'Ocse prevede un Pil in frenata nel 2011, a +2,6% contro il +2,9% del 2010, ma meglio del 2,2% previsto a novembre, mentre per il 2012 conferma una crescita del 3,1%. Per il Giappone del dopo terremoto l'Ocse prevede una contrazione del Pil che dal +4% del 2010 passa a -0,9% nel 2011, per poi riprendersi nel 2012 a +2,2 per cento.

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