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Pisapia vs Moratti: lui querela. E lei: "Mi autodenuncio"

Esposto del candidato di sinistra: "Finti zingari, balle del centrodestra". Letizia: "Piuttosto parli del programma". Con Giuliano c'è Famiglia Cristiana

Andrea Tempestini
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Mancano pochi giorni al ballottaggio milanese da cui dipende una grossa fetta del futuro politico del Paese, e il candidato del centrosinistra, Giuliano Pisapia, incalzato sui punti del programma comincia a vedere i fantasmi. Dietro a quelli che definisce i "finti zingari", i "finti operai" e le "menzogne e le falsità della propaganda del centrodestra" ci sarebbe niente meno che "una regia". Ne è assolutamente convinto il candidato vendoliano, che sottolinea come si tratti di "cose di una gravità incredibile, che non possono derivare da iniziative personali. Dietro c'è una regia, una strategia che è quella di cercare di infangare la mia immagine e, quello che più mi preme, di infangare la coalizione, il mio programma e il futuro di Milano". Quindi Pispaia annuncia una querela depositata alla Procura di Milano, che ha avviato un'indagine con l'ipotesi di reato di diffamazione. Giovanardi contro Pisapia e De Magistris: "No alle droghe leggere" - Guarda il servizio su LiberoTv REPLICA DELLA MORATTI - Nell'esposto depositato dai legali di Pisapia vengono formulate anche ipotesi di reato per abuso della credulità popolare, sostituzione di persona e notizie atte a turbare l'ordine pubblico. Il fascicolo inizialmente è stato assegnato al procuratore aggiunto di turno, Nicola Cerrato, ma per la competenza finirà al pubblico ministero Armando Spataro. Letizia Moratti ha risposto con ironia al candidato della sinistra: "Allora mi autodenuncio anche io. Se la campagna di denigrazione è quella che intende parlare di programmi e delle loro differenze, allora mi autodenuncio". Un commento sull'iniziativa della sinistra è arrivato anche dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni: presentare la denuncia, per lui, è "un grosso scivolone. Io lo considero un grande, grandissimo scivolone e una dimostrazione che i toni sbagliati li sanno usare benissimo anche loro. Questa denuncia in procura non sta né in cielo né in terra. Dimostra, forse, la preoccuapazione che ha iniziato ad invadere le loro fila". CORTEO ISLAMICO - Pisapia teme la rimonta del centrodestra, e a minare il suo vantaggio, negli ultimi due giorni, ci si è messo pure il 'mistero' della manifestazione degli isalmici a suo favore. Il candidato del centrosinistra, dopo l'annuncio del Comitato musulmani per Pisapia pronto a marciare in piazza Duomo per sostenere quella sinistra che vuole il 'grande polo islamico', ha cercato fino all'ultimo di convincere gli organizzatori a rinunciare al corteo. Già lunedì Giuliano aveva preso le distanze dall'evento: "Noi non ne sappiamo niente". Alla fine, ci è riuscito: niente corteo. Davide Piccardi, esponente di Sinistra e Libertà e organizzatore della manifestazione, intervistato dal Fatto Quotidiano, ha annunciato lo stop, e ci ha aggiunto pure una 'retromarcia'. Non si trattava di un corteo, spiega, ma "soltanto di un volantinaggio, una passeggiata da San Babila fino a piazza Castello". Ma poi è lo stesso Piccardi a tradirsi: "Con il comitato di Pisapia abbiamo deciso di annullare la manifestazione, era troppo alto il rischio di subire una strumentalizzazione". FAMIGLIA CRISTIANA CON LA SINISTRA - Nel frattempo, al fianco del candidato della sinistra, si è schierata pure Famiglia Cristiana. Secondo la rivista, con la vittoria di Pisapia "Milano non rischia nulla di terribile". Per giustificare la presa di posizione, il periodico dei Paolini spiega: "Durante un'intervista corale in tv all'allora presidente del Consiglio, Bettino Craxi, gli domandammo come giustificasse che il suo Psi governasse a Roma con la Dc e a Milano con il Pci, ed egli ci rispose: 'Non mi occupo di beghe localì. Resta il fatto che Milano non rischia nulla di terribile, anzi può darsi che si realizzi, nel caso che vinca Pisapia, qualcosa di quanto propone da anni la Chiesa ambrosiana, operando attraverso la sua Caritas entro i limiti delle sue possibilità e competenze, in difesa degli ultimi arrivati, in particolare proprio quei rom così trasformati in incubo”. Per Famiglia Cristiana, in estrema sintesi, la priorità è quella di assicurare un futuro radioso ai rom. CRITICA POLITICA - Ma l'attacco del periodico poi diventa più specificatamente politico: il riferimento è alla proposta di spostare alcuni ministeri che sta infiammando il dibattito politico all'interno del centrodestra. “E che dire della proposta leghista di spostare alcuni ministeri da Roma a Milano, con Berlusconi che rispondendo impacciato allude ad analoghe iniziative per il Sud, provocando l'immediata reazione del sindaco di Roma e della  parte non padana del Pdl? Su questa idea - si osserva  sul periodico - come sulla legislazione riguardante gli immigrati, le moschee, il controllo dei consumi di droga, e così via, la competenza legislativa non spetta agli enti locali, ma al Parlamento, e dunque non ha senso discuterne in occasioni che presentano ben altre questioni di interesse generale immediato”.

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