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Sallusti si confessa a Vanity Fair: l'amore ai tempi del Cav e Letizia

Il direttore del 'Giornale' critica Silvio e Minetti. Boccia pure il sindaco. E sulla Santanchè: "Non siamo fidanzati, ma fra noi c'è qualcosa..."

Andrea Tempestini
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Alla Moratti -  diciamoci la verità, è già andata di culo (sic). Il Pdl e il Cavaliere hanno messo al rogo toni e futuro elettorale. La Minetti non è mica un bell'esempio. Sallusti dixit. Per i vecchi montanelliani ex lettori del Giornale e per i cucitori di dialogo è fin troppo chiara la forte virata politica (da “falco”, da dettatore dell'agenda governativa) che Sandro Sallusti aveva dato al quotidiano che dirige. Da sempre in prima linea berlusconiana Sallusti e Daniela Santanchè -“anima” del Giornale- con il loro sostegno all'ultrà antiprocure Lassini, con la strategia dell'attacco frontale degli avversari e della difesa ad oltranza dei propri sono stati, al centro di questa campagna del Pdl. Condivisibile o meno, questa era la linea. Sicchè un po' spiazza che Sallusti oggi, al settimanale Vanity Fair, si profonda in un'intervista che va oltre la franchezza e contraddice la linea stessa del Giornale. ATTACCO AL SINDACO Sallusti attacca Letizia Moratti, già messa maluccio, e punta il dito contro la medesima  strategia elettorale che egli stesso aveva fomentato: «nessuno ha il coraggio di rinfacciare alla Moratti la disfatta, eppure tutti nel Pdl sapevano che partiva dal 40%: guadagnando un punto e mezzo le è già andata di culo. Nessuno osa dire che ha sbagliato Berlusconi a dare ai giudici dei brigatisti o a fare i comizi sotto Palazzo di Giustizia». E alla domanda “La Moratti ha qualche speranza di vincere il ballottaggio?”, risponde secco: «Secondo me, no». Spiegando: «Sicuramente il candidato era debole. Negli ultimi sei mesi non ho incontrato una persona di centrodestra disposta a votarla. Ha visioni, penso all'urbanistica e all'Expo soprattutto, che la gente non capisce». Che magari, per carità, è vero. E forse è anche vero che nel partito si erano accorti della debolezza del sindaco «e si è pensato alle alternative: Confalonieri era forse la più forte. Ma a Milano non si può far fuori un sindaco che si chiama Moratti»; ma, insomma, detto da uno che è sempre stato “credere-obbedire-combattere”, be' stranizza. Sallusti non capisce le omissioni di Cl, gli afflati tremontiani verso la Lega, la confusione nel Pdl fino al punto di dire: « Il partito si è abituato ad avere uno con la criptonite che risolve tutte le situazioni, c'è stata l'incoscienza di dire: “Tanto ci pensa Berlusconi”» (anche se la citazione fumettistica  è errata: la kryptonite era l'unica cosa che faceva ammosciare Superman...). Sallusti non capisce. Ma a questo punto pure noi non capiamo. Specie quando il direttore entra nel merito dell'eccessivo -diciamo così- virilismo del premier col suo cotè di olgettine e Lele Mora: «È evidente che le vicende dell'ultimo anno hanno lasciato il segno, soprattutto nell'elettorato femminile», dice. E, detto proprio da Sandro che sull'attività sessuale del cavaliere aveva sempre evocato il machismo kennedyano, be', fa un po' specie. «Chi non s'è mai trombato una nipote di Mubarak?», gli faceva il verso Marco Travaglio. A ragione. CASO MINETTI E c'è da sconvolgersi quando Sallusti dice della consigliera Nicole Minetti : «Inquietante. Adesso sappiamo perché è andata a occupare quel posto. Non è un bell'esempio», chi scrive è sbigottito. Ci chiediamo: ma il neofustigatore è lo stesso Sallusti che mesi fa ad Agorà su Raitre ci attaccava, perchè avevamo dichiarato che era seccante pagare le frenetiche attività della Minetti coi soldi nostri? Bah. Per non dire dell'intervista sentimentale. Sallusti rivela che la Santanchè è «più di un'amica» e che - l'immagine più destabilizzante- «molto dolce passa le serate a lavorare a maglia per il figlio». Maglia di ferro, of course. Al di là dello spaesamento e del conato di sincerità, cosa è accaduto al direttore cattivissimo, roba che Straquadanio al confronto sembra Harry Potter?  Dagospia parla di “grandi cambiamenti”. Al Giornale aspettano. Ps. Avendo saputo della sua operazione al cuore, facciamo a Sallusti i migliori auguri. di Francesco Specchia

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