Battisti, speranza per l'Italia: il primo giugno il verdetto
Dilma Roussef ha rimesso decisione di Lula in mano a Corte Suprema brasiliana. A giorni la decisione
Il Tribunale federale supremo brasiliano esaminerà il primo giugno la decisione dell'ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva di negare l'estradizione di Cesare Battisti. L'ex terrorista italiano dei Gruppi armati per il comunismo è stato condannato all'ergastolo in Italia per quattro omicidi ed è detenuto in Brasile dal marzo del 2007. La decisione di non estradarlo presa da Lula il 31 dicembre, a fine mandato, aveva suscitato la dura reazione del governo italiano e anche dell'opposizione, e così il successore Dilma Roussef ha rimesso la questione alla Corte suprema. CHI E' BATTISTI - Ex membro dei Proletari Armati per il Comunismo, Battisti è stato condannato in Italia all'ergastolo per gli omicidi degli anni '70. Lui ha sempre respinto le accuse ed era fuggito prima per 10 anni in Francia, esule sotto la protezione di Francois Mitterrand finchè il beneficio non gli fu revocato dal presidente Jacques Chirac, e poi in Brasile. Arrestato nel 2007, da allora l'Italia ha avviato una lunga e complessa battaglia giudiziaria per ottenerne l'estradizione. LA DECISIONE DI LULA - Il 31 dicembre 2010, l'ultimo giorno del suo governo, Lula ha deciso di non estradarlo sulla base del parere dell'Avvocatura Generale secondo cui l'attivista politico, considerato l'impatto e l'indignazione provocata dal suo caso in Italia, in patria avrebbe un futuro "incerto e molto difficile". Dopo la decisione di Lula, la difesa di Battisti ha inoltrato una richiesta di rilascio, ma il governo italiano ha chiesto l'annullamento della decisione di Lula, accusandolo di aver tradito i trattati bilaterali tra i due Paesi. E adesso si attende la decisione della Corte Suprema brasiliana.